Francisco Nicolás Gómez-Iglesias stringe la mano a re Felipe durante la cerimonia di incoronazione

Un ventenne tutto selfie con l'establishment, storie di impostori

Redazione

Ci sono i piccoli impostori, come il finto interprete del linguaggio dei segni del funerale di Nelson Mandela. Poi ci sono i veri furfanti. Francisco Nicolás Gómez-Iglesias, venti anni, studente universitario di Madrid, occhi azzurri e sorriso da bambino, era un impostore e un furfante allo stesso tempo.

Roma. Ci sono i piccoli impostori che finiscono in mondovisione, come il finto interprete del linguaggio dei segni che al funerale di Nelson Mandela, lo scorso dicembre, tradusse per i sordi i discorsi dei grandi capi di stato muovendo le mani in aria senza alcun senso. Poi ci sono i veri furfanti, come l’uomo, armato e con precedenti penali, che a settembre è salito in ascensore col presidente Obama ad Atlanta. Voleva fargli delle foto e non ha tirato fuori la pistola, ma il buco nella sicurezza del presidente è stato tale che la capa del Secret service, Julia Pierson, si è poi dimessa.

 

Francisco Nicolás Gómez-Iglesias, venti anni, studente universitario di Madrid, occhi azzurri e sorriso da bambino, era un impostore e un furfante allo stesso tempo. E’ stato arrestato (poi rilasciato su cauzione) la settimana scorsa con l’accusa di truffa e usurpazione d’identità. Nell’album di fotografie del “piccolo Nicolás”, così lo ha chiamato la stampa spagnola, ce n’è una in cui stringe la mano al re Felipe durante la cerimonia di incoronazione. Una in cui è seduto a un evento di fianco all’ex premier Aznar, una in cui stringe la mano ai giocatori del Real Madrid dal palco d’onore dello stadio Bernabéu. Poi decine di selfie e di foto di gruppo con l’élite politica e imprenditoriale spagnola, ministri, sottosegretari, broker della finanza e grandi industriali. Nicolás era un truffatore seriale, e grazie a una recita ben congegnata era riuscito a intrufolarsi dentro l’élite più esclusiva della Spagna, a farsi chiamare “Don Nicolás” dai potenti di Madrid, a partecipare agli eventi più esclusivi della capitale scortato da agenti di polizia, a farsi pagare dagli imprenditori per una raccomandazione con le alte sfere. La sua carriera è iniziata a 15 anni, quando sua madre lo ha presentato a Jaime García-Legaz, oggi viceministro dell’Economia del governo Rajoy. Grazie ai contatti con García-Legaz, Nicolás entra nei circoli conservatori di Madrid. Ogni volta che incontra un personaggio importante gli si avvicina, dice di essere un collega di García-Legaz o un protetto di Aznar. Chi lo ha incontrato dice che aveva un modo di fare sicuro e autorevole, era impossibile non credergli. Nicolás si scatta una foto con il personaggio famoso, e la volta dopo la usa come ulteriore accredito. “Vedi? Qui tengo una conferenza con il premier, qui stringo la mano al re, è mio amico, ho il suo numero di telefono”. Negli anni Nicolás ha finto di essere un dirigente del Partito popolare, un membro dell’ufficio economico di Rajoy, un funzionario della vicepresidenza del Consiglio, un membro del gabinetto di quasi tutti i ministeri, un ufficiale della polizia e della guardia civile, un agente alto in grado dei servizi di intelligence. La gente gli credeva, e pagava per la sua intercessione con l’élite conservatrice spagnola. La polizia lo accusa di aver ricevuto 25 mila euro da un imprenditore in cambio della promessa di facilitare i suoi affari, ma i giornali dicono che i casi sono molti, e che Nicolás aveva un tariffario.

 

[**Video_box_2**]La sua recita era eccezionale, dopo anni a nascondersi nei palazzi del potere di Madrid, Nicolás conosceva nomi e particolari, affittava macchine di lusso e un ufficio da milioni di euro, assoldava una scorta personale di ex agenti, usava le sirene della polizia per farsi largo nel traffico. “Don Nicolás” è andato dagli accusatori dell’infanta Cristina, in guai giudiziari, per trattare “in nome del re”, e ha promesso agli uomini dell’ex governatore catalano Pujol, sotto inchiesta, di perorare la sua causa con le più alte sfere. Ora in Spagna tutti si chiedono come abbia fatto un ragazzino a ottenere l’orecchio dei potenti solo raccontando balle, come sia arrivato a un passo dal re senza che nessuno se ne accorgesse, saltando intelligence e sicurezza. E’ impossibile, dicono alcuni, compreso il giudice che lo ha interrogato, forse il piccolo Nicolás i contatti altolocati li aveva davvero.

Di più su questi argomenti: