Gli hotel igloo in Lapponia sono tra le mete più strambe che si stanno affermando tra gli appassionati di viaggi

Booking, i viaggi “famolo strano” e il gran fascino della Bell'Italia

Michele Masneri

Con la crisi prevale il turismo “’o famo strano”. Booking.com, leader mondiale delle prenotazioni alberghiere, ha da poco lanciato una sua divisione per viaggi strambi; che si chiama Epic e raduna non solo hotel ma igloo, castelli, velieri, case sull’albero.

Roma. Con la crisi prevale il turismo “’o famo strano”. Booking.com, leader mondiale delle prenotazioni alberghiere, ha da poco lanciato una sua divisione per viaggi strambi; che si chiama Epic e raduna non solo hotel ma igloo, castelli, velieri, case sull’albero. Da un sondaggio tra trentanovemila clienti lanciato dal gruppo, emerge che in Australia una delle strutture più apprezzate è il vecchio faro di Cape Nelson, vicino Portland, nello stato di Victoria; negli Stati Uniti tra i primi cinque c’è invece una house boat vicino a Vancouver. I canadesi, furbi, preferiscono però il Castello Banfi, nel Montalcino in Toscana.

 

L’Italia rimane comunque ai primissimi posti nelle classifiche turistiche mondiali: un’altra sezione di Booking si chiama Best of Booking’s Best e raccoglie le 100 strutture meglio valutate da 28,5 milioni di recensioni online del gruppo intorno al mondo. Di queste, ben 12 sono italiane, dice al Foglio l’amministratore delegato di Booking Italia, Andrea D’Amico. “La struttura più amata in Europa è pure italiana, ma non è un hotel di lusso, è un bed and breakfast a Lucca, messo su da una coppia di ex avvocati, Margherita e Roberto, che hanno deciso di cambiare vita”, dice il manager. Anche il numero due in Europa è in Italia, a Roma sull’Appia antica. Insomma il turismo sale anche in Italia, nonostante la crisi; magari si reinventa, ma cresce a ritmi importanti. “Rispetto all’anno precedente, nel 2013 abbiamo raddoppiato gli associati italiani, con trentamila strutture in più, una media di duemilacinquecento al mese”, continua il manager romano. In primavera ci sono state 6.500 nuove richieste nel settore dell’agriturismo.

 

In tempi di retoriche di start up, si può dire che la digitalizzazione di massa fa bene al turismo italiano, soprattutto quello dei “piccoli”. “Un tessuto come il nostro fatto da migliaia di piccole realtà sparse sul territorio sta approfittando di Internet”, dice D’Amico; “chi sceglie di associarsi a una piattaforma come Booking non paga nulla all’inizio; il piccolo albergatore, mettiamo, della riviera romagnola, si associa, manda le foto, che poi vengono verificate, e si scarica un piccolo software simile a quello del banking online”. “Pagherà poi una percentuale – in media è del 16,8 per cento – sulle transazioni effettivamente avvenute”. Non bisogna neanche sapere l’inglese, perché gli annunci vengono tradotti in quarantadue lingue dai centri di traduzione del gruppo sparsi per il mondo.

 

[**Video_box_2**]A Roma c’è un ufficio apposito con sette persone che coordinano una squadra in espansione di traduttori freelance, per spiegare anche in mandarino le “amenities” del piccolo albergo di Sessa Aurunca o di Mondovì. Certo l’alberghetto o il bed and breakfast si devono abituare alla competizione e alla recensione globale: le valutazioni dei clienti Booking, a differenza di altri motori di ricerca, sono verificate e solo una volta effettuato il check-out si può compilare un modulo con il commento sul posto in cui si è stati. A livello globale, Booking, nata nel 1996, gestisce le prenotazioni per cinquecentomila siti nel mondo, e fa parte del colosso Priceline, quotato al Nasdaq, con una capitalizzazione di oltre sessanta miliardi di dollari. Il business cresce di un trenta per cento l’anno. La sede italiana coordina sessanta paesi tra cui Europa dell’est e medioriente, con duecento dipendenti, tutti assunti in pianta stabile. Dunque nessun segnale di crisi? “Qualche turista in meno arriva dalla Russia, a causa della situazione ucraina”, dice D’Amico; “però il dato è bilanciato dal turismo interno: sono molto aumentati i viaggi domestici in Russia. Più Vladivostok e meno Forte dei Marmi, insomma”.

Di più su questi argomenti: