Alessandra Moretti (foto LaPresse)

Sinistra draghiana

Redazione

Che goduria la vecchia guardia Pd che sventola la lettera della Bce. La deputata del Pd Alessandra Moretti da renziana rinata ha rivendicato che il governo sta mettendo mano ai compiti assegnati all’Italia dalla Banca centrale europea con la famosa lettera del 2011.

Gli aficionados dei talkshow, prima di stupirsi per i servizi sull’olio rancido nelle friggitorie napoletane infilati due sere fa in scaletta – perché? – da Giovanni Floris, hanno potuto godere di un siparietto rivelatore. Qualcuno avrà notato che a “diMartedì”, su La7, la fu sinistra bersaniana, oggi prontamente renziana, ha scoperto e incontrato la sinistra draghiana. Un culture clash a scoppio ritardato, di tre anni almeno. Eccolo: la deputata del Pd Alessandra Moretti – già bersaniana di ferro, ovvero portavoce dell’ex segretario durante le primarie contro quel “maschilista” che “assomiglia un po’ a Berlusconi” (ipse dixit) di Matteo Renzi – da renziana rinata ha rivendicato che il governo sta mettendo mano ai compiti assegnati all’Italia dalla Banca centrale europea con la famosa lettera del 2011. Effettivamente Renzi aveva da subito condiviso i punti salienti di quella missiva – liberalizzazione dei servizi pubblici locali, contrattazione aziendale, facilitare licenziamenti e assunzioni, correzioni di bilancio, dimagrimento di stato e burocrazia – e ne ha fatto il programma dei suoi “mille giorni” da “draghiano” quale definisce se stesso (e l’esecutivo). Moretti dice “già fatto”. Si vedrà, a fine anno, cosa si potrà davvero spuntare. Il Pd ala bersanian-fassiniana aveva avuto una reazione decisamente diversa. Dapprima Bersani aveva scantonato (“ne diano conto la Lega e Berlusconi, se la sono scritta da soli”), poi Fassina passò al contrattacco: “Credo che la posizione di critica verso i contenuti della lettera sia largamente condivisa dentro al Pd”. Almeno lo era, nel Pd che fu. Ora si nota, con piacere s’intende, che una sinistra riformatrice esiste pure lì.

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