Mario Draghi (foto Ap)

L'Act di Draghi

Redazione

Il governatore della Bce a Washington vede spiragli di ripresa nell'Eurozona. Ma serve "continuare sulla strada riformatrice per favorire assunzioni e esportazioni".

La crescita dell'Eurozona sta perdendo slancio ma all'orizzonte c'è un miglioramento "che già si può intravedere e quello slancio riprenderà, anche se in modo inizialmente modesto". E' quanto sostiene Mario Draghi, governatore della Banca centrale europea, nel discorso preparato per l'incontro dell'International Monetary and Financial Committee (IMFC), il braccio operativo del Fondo monetario internazionale (Fmi) riunito in queste ore a Washington. Secondo il Banchiere centrale, "la domanda domestica sarà sostenuta dalle nostre misure di politica monetaria, dal miglioramento in corso delle condizioni finanziarie, dall'assenza di venti contrari rispetto ai progressi passati in termini di consolidamento fiscale e dal graduale ritorno garantito dalle riforme strutturali adottatte nei paesi dell'Eurozona".

 

Draghi sottolinea la priorità per permettere un cambio di rotta: "Le riforme strutturali nei mercati dei prodotti e del lavoro, assieme agli interventi per migliorare il contesto normativo per le imprese, sosterranno gli investimenti e la creazione di occupazione. In particolare, il mercato del lavoro deve essere più inclusivo, flessibile e resistente, mentre i mercati dei prodotti, compresi quelli per i servizi, dovrebbero essere resi più aperti alla concorrenza".

 

[**Video_box_2**]Oltre alle riforme il governatore della Banca centrale europea chiede agli stati di intervenire attivamente per facilitare la ripresa. La Bce infatti "è d'accordo con il Fmi sulla necessità di dare la priorità a investimenti pubblici efficaci che aumentino la produttività, pur tenendo conto dello spazio fiscale limitato" di alcuni paesi dell'Eurozona. I primi segnali di riforme strutturali soprattutto in quei paesi ad alto deficit, possono nel medio periodo "ravvivare il mercato, creando posti di lavoro e favorendo in questo modo la ripresa dei consumi".

 

Per Draghi, anche l'attività economica dovrebbe beneficiare inoltre di "un graduale miglioramento della domanda per le sue esportazioni". Le principali preoccupazioni per il governatore della Bce rimangono però la disoccupazione che "resta alta" e l'inflazione che "resterà bassa nei mesi a venire", anche se dovrebbe "alzarsi gradualmente nel 2015 e 2016. Per questo "i rischi relativi all'outlook economico restano al ribasso" e potrebbero posticipare la ripresa degli investimenti privati, cosa che è colpita negativamente anche dai rischi geopolitici".

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