Papa Francesco (foto LaPresse)

“Una chiesa forte su islam e famiglia”

Giulio Meotti

Parla Nazir-Ali, vescovo e teologo anglicano amico di Benedetto XVI, il più giovane vescovo della storia della chiesa d’Inghilterra: “Roma è l’unica voce globale. Il mondo guarda in silenzio la fine della cristianità orientale”.

Roma. La platea è quella dell’Oxford Centre for Training, Research, Advocacy and Dialogue. Nel pubblico, cattolici, laici e protestanti. Lui è Michael Nazir-Ali, vescovo e teologo anglicano amico di Benedetto XVI, il più giovane vescovo della storia della chiesa d’Inghilterra, secondo l’Independent “l’intellettuale oggi più rispettato dentro la Church of England” (scrive anche poesie in lingua farsi). Quando nel 2002 Tony Blair fu chiamato a scegliere il successore di Lord Carey alla guida dell’anglicanesimo, Nazir-Ali era il grande favorito. Poi lo spettro della crisi interna  alla comunione anglicana, con i suoi settanta milioni di fedeli, spinse Downing Street a preferire i toni più morbidi del gallese Rowan Williams. Oggi Nazir-Ali guida la corrente “anglocattolica” della chiesa d’Inghilterra.

 

Figlio di un musulmano convertito al cristianesimo, cittadino inglese e pachistano, Nazir-Ali nella sua conferenza ha detto che “soltanto Roma può arginare l’islam militante. La chiesa cattolica ha una grande opportunità e responsabilità”. Parlando al Foglio, il vescovo spiega che “la chiesa cattolica non deve capitolare alla cultura, ma assumere la posizione di Papa Benedetto: il ruolo della chiesa è consentire alla cultura di trovare il suo centro”. L’intervento di Nazir-Ali sembra una risposta alle recenti minacce del Califfato di voler arrivare a Roma.

 

“Lo Stato islamico sta portando avanti la classica visione espansionista che portò i musulmani fino in Sicilia. Vogliono conquistare l’Europa e la loro ideologia non riconosce confini, ma la umma. Evocano ‘Roma’ in senso imperiale dunque politico e come culla della cristianità, come lo fu Costantinopoli. Pensano che se l’islam arriva al centro della cristianità si esaudirà la profezia islamica”. Ma qui entriamo in campo noi, l’occidente in generale.

 

“Roma deve essere consapevole di essere l’unica voce globale del cristianesimo. Ad esempio i pentecostali crescono rapidamente, ma non hanno voce. Invece abbiamo bisogno di una voce globale. Poi c’è il secolarismo in occidente, e qui Roma deve assumersi la responsabilità sulla difesa della famiglia e la dignità e il rispetto della vita umana”.

 

In questi giorni proprio a Roma i vescovi sono riuniti in Sinodo per parlare di famiglie e nuove convivenze. A loro, Nazir-Ali, già membro della  Human Fertilisation and Embryology Authority inglese, lancia un messaggio semplice: “Alla chiesa cattolica che apre, dico: guardate alle denominazioni del protestantesimo liberal, hanno ceduto alle lusinghe della cultura dominante e adesso stanno scomparendo. Alla chiesa cattolica vorrei dire che evitare i problemi non li renderà meno urgenti o presenti nelle nostre vite. Il patriarca iracheno, Louis Sako, ad esempio è una voce molto chiara e vorrei ce ne fossero di più come lui”.

 

[**Video_box_2**]Ieri i giornali inglesi aprivano su un complotto terroristico dello Stato islamico sventato da Scotland Yard. Il Califfato è anche un prodotto occidentale: “E’ figlio del multiculturalismo, che ha prodotto soltanto segregazione, isolamento e alienazione, senza cittadinanza comune, senza identità condivisa, e qui l’estremismo islamico è cresciuto, specie fra i giovani”. Il vescovo protestante non esita a definire come “un genocidio” quanto sta avvenendo sotto lo Stato islamico: “Le chiese sono state attaccate e distrutte, le congregazioni sono state bombardate, sacerdoti sono stati rapiti e assassinati ed espulsi dalle loro antiche terre. Le persone vengono decapitate, crocifisse ed esiliate in un deserto senz’acqua semplicemente a causa delle loro convinzioni religiose. Se tutto questo fosse successo a qualsiasi altra comunità etnico-religiosa, ci sarebbe stata una protesta internazionale molto tempo fa. Organizzazioni occidentali basate sui diritti umani avrebbero organizzato una campagna per un’azione internazionale per proteggere queste comunità e la loro stessa sopravvivenza”.

 

E’ difficile credere che un tempo quasi tutto il medio oriente e gran parte del nord Africa erano cristiani. “Pensate alle grandi città cristiane come Alessandria, Damasco, Costantinopoli e Cartagine. Che cosa ha cambiato il quadro? In una parola, l’islam. Le città cristiane capitolarono una a una. Alcune comunità sono state distrutte nel conflitto, altre sono state disperse. Per quelle che sono rimaste, un sistema di discriminazione è stato messo in atto: hanno dovuto pagare tasse speciali, indossare abiti distintivi, non hanno potuto costruire nuove chiese”.

 

Adesso, per la prima volta nella storia dell’islam, secondo il vescovo anglicano Michael Nazir-Ali “quel mosaico di religioni antiche, lingue e culture in medio oriente, dai cristiani ai drusi, agli yazidi, viene sistematicamente distrutto. In Siria c’è stata convivenza per secoli, non senza problemi. Ma adesso questa coesistenza è posta in discussione per la prima volta. Non c’è soltanto lo Stato islamico. Prima c’è stato l’assedio atroce di Maaloula da parte dei ribelli siriani. Fino a oggi, il mondo ha guardato in silenzio. Quando i musulmani sono stati minacciati di genocidio in Bosnia, la comunità internazionale ha agito di concerto per evitare che la campagna contro di loro si sviluppasse in un pogrom su vasta scala. Sono andato io stesso, come parte di uno sforzo per portare soccorso a tutti coloro che sono stati colpiti. Ero presente quando milioni di rifugiati afghani si sono riversati in Pakistan dopo l’invasione sovietica del loro paese. I paesi occidentali, i cristiani, le organizzazioni islamiche e laiche sono state in prima linea nel portare sollievo a queste persone. Il male, con cui abbiamo vissuto per tanto tempo, ancora una volta ha rivelato il suo volto in Iraq. Non è un bello spettacolo e la comunità internazionale deve garantire che non abbia posto nel mondo a venire”. Nazir-Ali ne ha anche sul regime di Bashar el Assad: “I ‘ribelli moderati’ sono un wishful thinking occidentale. Il regime di Assad, che se ne dica della dinastia, ha preservato il mosaico religioso e di minoranze, a Damasco c’è sempre stata libertà religiosa e persino civile in un certo grado. L’occidente, in accordo con i regimi sunniti, ha cercato di dare una lezione all’Iran attaccando Assad. Ma è stato un disastro”.

 

Cosa fare contro lo Stato islamico per fermare i massacri? Un intervento militare, secondo Nazir-Ali: “La sovranità degli stati, ovviamente, deve essere rispettata. Ma di tanto in tanto ci sono stati interventi quando c’è stato il pericolo di genocidio, il crollo dell’apparato statale o un’incursione straniera. Ci sono state le sanzioni, le no-fly zone e perfino i ‘boots on the ground’ per proteggere i gruppi etnici o religiosi dai loro oppressori. Allora perché non adesso? Se i musulmani hanno bisogno di protezione nei Balcani, perché non i cristiani in medio oriente? Tale protezione non deve essere sempre militare o intrapresa attraverso la minaccia di sanzioni economiche. Spesso può essere raggiunta semplicemente attraverso la sensibilizzazione della situazione in cui queste comunità si trovano, campagne pubbliche e diplomazia. Ma a volte sono necessari mezzi militari per scoraggiare l’oppressore e dare fiducia agli oppressi. Alla fine penso si dovrà entrare sul campo con i soldati”.

 

Il Patriarca russo Kirill I ha detto che se dovesse cadere nelle mani degli islamisti, il Patriarcato di Antiochia emulerebbe niente meno che la rivoluzione bolscevica del 1917, con le sue sterminate “carcasse di chiese”. Secondo Nazir-Ali, “se l’occidente avrà la volontà di intervento ci sarà futuro per i cristiani mediorientali. Altrimenti, la cristianità a oriente vedrà la fine”.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.