Papa Francesco (foto LaPresse)

Di streghe, verbali e confessioni

Giuliano Ferrara

Un verbale è cosa diversa da una confessione. La confessione è segreta, espressione sacramentale di un intimo rapporto con Dio mediato dalla chiesa di Cristo e dai suoi rappresentanti consacrati. Il verbale può essere provvisoriamente secretato, ma il suo destino è l’escussione pubblica in dibattimento.

Un verbale è cosa diversa da una confessione. Su questo credo si possa concordare senza problemi. La confessione è segreta, espressione sacramentale di un intimo rapporto con Dio mediato dalla chiesa di Cristo e dai suoi rappresentanti consacrati. Il verbale può essere provvisoriamente secretato, ma il suo destino è l’escussione pubblica in dibattimento, l’archivio consultabile, per non dire dei leak alla stampa, così ordinariamente frequenti. In un verbale un indagato o imputato ha diritto di mentire, ciò che non è per il teste, ma in confessionale la menzogna e la reticenza sono peccato mortale, condanna in sé massima anche nel foro interno della coscienza.

 

La specialità della giustizia di stato, e della clemenza eventuale, è il verbale, il proprio della giustizia divina, e della misericordia, è la confessione. La pena è fredda come dovrebbero essere le procedure che vi conducono; la penitenza, la conversione, la salvazione dal peccato sono materie calde, e derivano da procedure specifiche, che afferiscono non all’amministrazione del codice ma alla cura d’anime, alla cura del cuore di carne cristiano. Sono banalità, ma offuscate e ingarbugliate, più ancora che dal Papa o dalla Santa Sede e dai suoi comportamenti, dal modo in cui questi comportamenti si lasciano recepire e rilanciare nel circuito dei media, a partire dalle fonti da cui scaturiscono le sacre notizie.

 

Misericordia e tolleranza zero si escludono l’una con l’altra. Un vescovo, perfino il vescovo di Roma, non si comporterà in nessun caso come Rudy Giuliani, ex sindaco di New York, creatore dell’ideologia della tolleranza zero. La giustizia divina può e in certi casi deve fulminare il peccato, in particolare il peccato grave contro gli innocenti e i bambini, ma del peccatore, cui la sanzione canonica, e la sanzione spirituale, e l’imposizione di una severa penitenza, sono atti dovuti dalla gerarchia a lui sovraordinata, deve sempre anche essere considerato redimibile, anima in aspettativa di un giudizio non umano, di una conversione di coscienza non esente dal tributo della grazia, come nel caso dell’Innominato manzoniano. Elementare.

 

Può darsi, e si deve dare, il caso della giustizia laica che afferra la personalità togata per un reato comune contro la persona. Essa è e deve essere libera di agire nel suo campo proprio, con la sua metodologia, con le sue procedure di diritto, vorrei vedere. Si possono arrestare, estradare anche dal Vaticano, giudicare dopo indagini corrette e dibattimenti inseriti in giusto processo, tutti coloro, nessuno escluso, che si ritengano autori di reati, in particolare quelli odiosi di cosiddetta pedofilia, insomma adescamento e maltrattamento abusivo, a scopo di piacere carnale o psicologico, di efebi o infanti raccolti qui e là. Ma un laico serio ha diritto a vedere distinte le cose che vanno distinte: la freddezza della legge e il calore di conversione della cura d’anime, un magistrato che sbatte in galera un vescovo oppure una estradizione verso le spiagge del diritto comune, e un prete, massime un Papa, che piange nella sua interiorità e prega e immagina la prospettiva di espiazione, penitenza, redenzione e salvezza di un successore degli apostoli che ha così gravemente lordato la sua eccelsa funzione clericale ed ecclesiale.

 

[**Video_box_2**]Nel 2002 un cattolico (Buttiglione) fu vergognosamente escluso da un incarico nella Commissione europea perché, da credente, aveva opinioni diverse sulla sessualità, pedofilia compresa, da quelle di libero amore di Daniel Cohn-Bendit e Marco Pannella, che lo esaminarono e lo bocciarono nonostante la sua chiara adesione kantiana alla distinzione tra opinioni sul peccato e sfera diversa del reato. I cattolici sono streghe da bruciare quando aderiscono al catechismo della loro religione e fede, e dannano quella che giudicano una sessualità disordinata; e sono streghe da bruciare, anche nelle segrete vaticane, e nella gogna conseguente, quando praticano una sessualità disordinata, che con disprezzo non solo per il peccato ma anche per il peccatore il capo della chiesa paragona a una messa nera. C’è qualcosa che non va. Sia nel segreto della coscienza sia nella prassi e nelle opinioni e leggi distinte di stato e chiesa.

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.