Uno stato di calamità permanente

Redazione

L’allerta meteo, la pioggia, l’emergenza. Ma un salvagente, no?

Come ogni anno, con l’inizio dell’autunno, inizia anche il terrorismo mediatico del paese in stato di calamità permanente. “La Protezione civile dichiara l’allerta meteo per Toscana, Emilia Romagna, Veneto”, tuonavano ieri – è il caso di dire – i telegiornali. Ma l’allerta meteo in autunno non dovrebbe essere una sorpresa, né una mortale minaccia. Bisognerebbe domandarsi invece perché, in un paese dove l’82 per cento dei comuni è ad alto rischio idrogeologico, la pioggia – anche se violenta e abbondante – sia ancora responsabile di eventi calamitosi. Prendersela con il clima stagionale però è più facile, e l’allerta meteo è il classico “ve l’avevamo detto” per scaricare le responsabilità di eventuali morti e danni materiali. Dopo l’emergenza, poi, la vera pioggia è quella dei soldi. Quelli che stanzia il governo per le emergenze, quelli del Fondo di solidarietà dell’Unione europea – per l’alluvione in Sardegna di un anno fa il governo ha stanziato 90 milioni di euro, l’Unione 16,3 milioni. Oltre cento milioni di euro che avrebbero potuto contribuire alla messa in sicurezza del territorio. Ma l’acqua porta via tutto, anche le tragedie. E quindi, non fosse bastata la “bomba d’acqua” di Treviso ad agosto, all’inizio del mese di settembre l’alluvione del Gargano ha ricordato al governo – per l’ennesima volta – che l’Italia ha un problema di assetto idrogeologico e che il territorio ha bisogno di manutenzione, non di danari-tampone buttati qua e là ex post. In alternativa, ci si può anche rassegnare a vivere in uno stato di calamità permanente, e allora le soluzioni sono anche semplici ed economiche. Per esempio, rendere obbligatorio un salvagente in ogni casa.

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