Corrado Passera (foto Ap)

Meno male che Passera c'è

Redazione

Corrado Passera ha pontificato alla radio di Confindustria, quella che dovrebbe lanciare sottoscrizioni per aiutare gli imprenditori come Marchionne a rottamare gli Harry Potter mancati della finanza come Passera.

L’Italia è un paese unico, non c’è che dire. Un paese in cui mentre un giovane premier con il 42 per cento dei consensi si gioca l’osso del collo sulla riforma del mercato lavoro, e mentre l’unico manager di respiro globale dell’unica impresa globale italiana che si sta giocando l’osso del collo per farcela, negli anni scorsi si è giocato tutto, in Italia, per le stesse riforme del mercato del lavoro, ora, dicevamo, c’è un ex manager ex banchiere ex tecnico e aspirante politico, uno che in saccoccia ha ad esempio il nulla cosmico dell’esperienza nel governo Monti e la co-responsabilità del bidone cosmico di Alitalia, che dice: “Marchionne sputtana l’Italia per coprire la ritirata, per giustificare gli impegni che non ha rispettato e i cattivi risultati di Fiat auto”.

 

Corrado Passera ha pontificato alla radio di Confindustria, quella che dovrebbe lanciare sottoscrizioni per aiutare gli imprenditori come Marchionne a rottamare gli Harry Potter mancati della finanza come Passera. Lo ha detto a Giovanni Minoli. Il patrocinatore del nuovo movimento Italia unica, che “si organizzerà in forza politica”, dice anche, a Minoli: “Sarò il nuovo Berlusconi, ma in meglio”. E anche questo, prendiamolo per buono. Perché vietarsi di sognare? Del resto Passera è sicuro: “Le elezioni a primavera le do al 50 per cento” (su una forchetta così, è capace anche il mago Otelma), e Renzi le vuole “prima che venga fuori il suo bluff”. Ora, l’unica cosa che davvero non torna, riascoltando le parole in libertà di Passera, aspirante leader maggioritario contro la destra e pure la sinistra, è questa: dove mai li ha presi i voti, la sua magnifica borghesia cresciuta al pallido sole di Cernobbio?

 

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