Un giudice di Cassazione (Foto Lapresse)

Giustizia floscia

Redazione

Mentre sui provvedimenti di sblocco delle infrastrutture, per quel che si capisce del complesso iter dei provvedimenti esaminati nel Consiglio dei ministri, ha pesato la scarsità della copertura finanziaria, su quelli che riguardano la giustizia si è constatata la scarsità della copertura politica.

Mentre sui provvedimenti di sblocco delle infrastrutture, per quel che si capisce del complesso iter dei provvedimenti esaminati nel Consiglio dei ministri, ha pesato la scarsità della copertura finanziaria, su quelli che riguardano la giustizia si è constatata la scarsità della copertura politica, il che è anche più grave. Solo i provvedimenti volti ad accelerare le procedure della giustizia civile, con l’obiettivo di ridurre l’immenso arretrato, saranno adottati per decreto, il che li rende esecutivi appena promulgati. Le questioni più spinose, la riforma della giustizia penale e la questione dell’applicazione del principio della responsabilità civile dei magistrati prenderanno la strada più tortuosa della legge ordinaria e della legge delega. Il fatto è che si sono scelte queste vie per lasciare aperta la possibilità di ulteriori negoziati per le varie posizioni dissenzienti, quelle della destra della maggioranza che vorrebbe una responsabilità civile effettiva e personale e una riforma che attenui lo strapotere delle correnti della magistratura politicizzata nelle nomine e nelle sanzioni, contrapposte a quelle della corrente giustizialista tuttora presente e probabilmente prevalente nei gruppi parlamentari democratici che vogliono l’esatto contrario.

 

La somma di queste spinte contrapposte si avvicina allo zero, il che lascia presumere un esito paralizzante per il confronto che proseguirà chissà fino a quando. L’idea che sulla giustizia si potesse raggiungere in breve un compromesso in grado di reggere all’offensiva del conservatorismo giustizialista, che non accetta nessuna riforma perché di fatto non riconosce il diritto del Parlamento a legiferare su questa materia, era un’illusione. Se per decenni non si è cavato un ragno dal buco non è perché mancasse la volontà, ma perché la forza dei conservatori è impressionante. Questo non significa che bisogna accontentarsi di quel che passa il convento, di una modesta revisione della giustizia civile e di un ulteriore rinvio delle questioni di principio.

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