Un frame del video diffuso dallo Stato islamico. In ginocchio il peshemrga che è stato poi decapitato.

Lo Stato islamico decapita i peshmerga e li avvisa: "Stop all'alleanza con gli Stati Uniti"

Redazione

Nuovo video dei jihadisti rivolto ai curdi. Sul Golan 43 caschi blu dell'Onu sono stati catturati da un gruppo di ribelli anti-Assad.

Lo Stato Islamico ha diffuso un video in rete, subito rimosso da YouTube, in cui decapitano un peshmerga curdo catturato negli scontri degli ultimi giorni. Il video, intitolato 'Un messaggio con il sangue', contiene un monito ai leader della regione autonoma del Kurdistan iracheno: se non metteranno fine alla loro alleanza con gli Stati Uniti, che nelle ultime settimane hanno eseguito numerosi raid aerei contro le milizie jihadiste nel nord dell'Iraq, altri peshmerga saranno decapitati. Per mostrare che le loro minacce sono concrete, i jihadsti dello Stato Islamico hanno mostrato nel video 14 presunti peshmerga con indosso tute arancioni, come quelle indossate dai carcerati di Guantanamo e dal giornalista Usa, James Foley, durante la sua decapitazione avvenuta in Siria. Stando al sito d'informazione curdo Rudaw, le minacce dello Stato Islamico ai leader curdi sono state lette nel video dal peshmerga Hassan Mohamed Hashin, detenuto dai jihadisti: "Avete fatto un grande errore a stringere le mani degli Usa", ha affermato il presunto prigioniero.

 

Gli Stati Uniti "non hanno ancora una strategia" in Iraq, ha ammesso ieri in conferenza stampa Barack Obama, rispondendo alle domande dei giornalisti. "Mi sembra che la gente sia andata oltre nel valutare il punto in cui siamo arrivati. E questa è una valutazione non solo mia ma anche dell'esercito, credo", ha ammesso. "Dobbiamo essere sicuri di avere un piano. A quel punto lo sottoporrò al Congresso", ha continuato il capo della Casa Bianca.

 

In Siria, intanto, un gruppo di combattenti rivali delle forze del regime di Bashar el Assad, hanno catturato 43 uomini delle forze di peacekeeping delle Nazioni unite, inviati dalle Fiji, presso Quneitra, sulle alture del Golan, al confine tra Siria e Israele. Altri 81 caschi blu delle Filippine sono invece intrappolati nell'area. Da Manila, le autorità fanno sapere che i loro soldati sono armati e non hanno alcuna intenzione di cedere alle minacce. Il portavoce dell'esercito filippino, il tenente colonnello Ramon Zagala, ha riferito di essere in costante contatto con i suoi uomini, che sono in buone condizioni e si sono "dimostrati fermi e tenaci nel difendere le postazioni" dopo essere stati circondati dai ribelli siriani, forse appartenenti al fronte qaedista al Nusra. "Non hanno consegnato le armi per non finire catturati", ha sottolineato. Il premier delle Fiji, Voreqe Bainimarama, ha fatto sapere che "sono già stati avviati i negoziati" per liberare i caschi blu. "Voglio assicurare alle famiglie dei soldati che stiamo facendo tutto il possibile per assicurare il loro ritorno sani e salvi", ha riferito. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha "fermamente condannato" l'assalto, chiedendo "il rilascio immediato e senza condizioni di tutti i peacekeeper catturati".

 

La missione dell'Onu sul Golan è stata istituita nel 1974 in seguito alla guerra del kippur per vigilare l'accordo di cessate-il-fuoco tra Siria e Israele. La forza di interposizione è composta da 1.200 soldati provenienti da Filippine, Fiji, India, Irlanda, Nepal e Paesi Bassi.