L’ex ministra per i Diritti delle donne Najat Vallaud-Belkacem (Foto AP)

Eutanasia, la Francia non cambia verso

Redazione

Nuovo governo Valls ma vecchi specchietti per allodole.

La nomina al dicastero dell’Educazione nazionale francese dell’ex ministra  per i Diritti delle donne Najat Vallaud-Belkacem, nel rimpasto attuato dal premier Manuel Valls, è una “provocazione”. Lo ha detto la portavoce della Manif pour tous, Ludovine de la Rochère, che ha annunciato una manifestazione di protesta per il prossimo 5 ottobre, “contro l’utero in affitto, contro la procreazione medicalmente adìssistita per le coppie di donne, contro l’insegnamento del gender a scuola e altri progetti famigliofobi del governo”. Se non una provocazione, la scelta della Vallaud-Belkacem è quantomeno la sonora conferma del programma di rifondazione antropologica intrapreso dal governo socialista, sia con il matrimonio gay sia con il famigerato pacchetto di disposizioni che passa sotto il nome di “ABCD de l’Égalité”. Con il quale si pretende – anche ora che l’ex ministro Benoît Hamon gli ha cambiato titolo, trasformandolo in “Plan égalité”, ma non sostanza – di educare all’indifferenziazione sessuale e alla teoria del gender fin dalla scuola materna. La neo ministra ha naturalmente promesso subito di volerlo mantenere e rafforzare. Resta da capire se la “provocazione” rappresentata dalla sua nomina sia davvero una prova di forza o una dichiarazione di debolezza.

 

Proprio Najat Vallaud-Belkacem è la vera artefice di quel pacchetto di disposizioni, ed è naturale che sia pronta a difenderlo con molta determinazione, come ha spiegato nella prima intervista rilasciata in veste di ministro dell’Educazione. E’ quindi possibile che Valls conti proprio su questo, anche per confermare l’aura decisionista che ha scelto per il suo nuovo esecutivo. Oppure, semplicemente, il governo socialista costretto a fare politiche economico-sociali di destra – o, se si preferisce, liberali – continua a fare affidamento sui “nuovi diritti”, perchè non ha alcun piano B. Lo ammette candidamente la sindaca parigina socialista, Anne Hidalgo, nell’intervista data ieri a Repubblica. In un mare di ovvietà (“i francesi adorano il dibattito delle idee”), spiega che “non bisogna aver paura di dire che la legge per il matrimonio tra omosessuali è una conquista o fare in modo che ognuno abbia il diritto di morire con dignità”.