Marina Berlusconi (foto Ap)

Cabaret!

Redazione

La pièce su Marina, un duetto del Fatto. Caricatura di un pregiudizio

Va in scena oggi a Todi una pièce che si intitola “Intervista immaginaria a Marina Berlusconi”. Il Brecht del Processo a Galileo era, evidentemente, un dilettante. Se non avete alcuna voglia di scapicollarvi fino a Todi per l’evento, sappiate che un’intervista ben più che immaginaria, ma proprio lunare, cabarettistica e caricaturale a un tempo, è uscita ieri sul Fatto quotidiano. Un duetto da lasciare esterrefatti tra Laura Lattuada “attrice, conduttrice televisiva”, e Sandra Amurri, cronista. Inizia così, Amurri: “Suo padre Silvio, anche grazie a Matteo Renzi, dalla scena non è mai uscito” (pare che ormai ti cacciano, al Fatto, se non metti Renzusconi alla prima riga). Parte così, Lattuada: “Non c’è nulla che mi leghi a Marina Berlusconi. Sono esattamente il suo contrario. Io passionale, istintiva… Io solare, lei un muro di pietra”.

 

A parte che non s’è mai scovata una donna che, contro la sua Nemica, dica “io di pietra, lei solare”, sono luoghi comuni da fotoromanzo. Lattuada insiste: “Una donna tagliata nella roccia, direi”. E Amurri: “E poi rimodellata dallo scultore nel corso degli anni”. Però. L’artista è profonda: “Mi sono immaginata che, dietro a quella imperturbabilità, nascondesse un malessere… E’ impossibile che una donna, una figlia, non venga sfiorata dal dubbio”. E’ lapidaria: “Se ne deduce che il denaro sia un valore: inquietante”. Amurri: “Inquietante, ma vero nella cosiddetta modernità governata dai soldi” (sarebbe la domanda, ndr). Amurri: “Ci sarà pure qualcosa in cui le assomiglia: non so il taglio dei capelli”. Lattuada: “Ho trovato: forse il fatto che entrambe corriamo. Io tutti i giorni faccio almeno 12 chilometri… lei corre dietro alle azioni in Borsa, ai bilanci che alla fine quadrano sempre, ai conti all’estero”.  Amurri: “ Qual è la chiave in cui racconterà la ‘zarina’?”. (E’ diventata la “zarina”, in corso d’opera). Lattuada: “Sicuramente non satirica, a tratti ironica. Ecco, direi piuttosto in chiave tragica” (sublimi note di regia). Amurri: “Non ne uscirà una Marina eroina dei nostri tempi, insomma”. Lattuada: “No”. Amurri: “La ‘zarina’ sa che andrà in scena a Todi?”. Lattuada: “Ha immediatamente sguinzagliato i suoi avvocati per avere il testo… Troveranno pane per i loro denti”. Come dire? La caricatura di un pregiudizio.

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