Combattenti islamici, alcuni dei quali camuffati da forze di polizia libanesi, fotografati durante l'attacco ad Arsaal, nel Libano orientale (Foto Ap)

Lo Stato islamico punta anche il Libano: assediata la città di Arsaal

Redazione

Era l'avamposto dei ribelli anti-Assad nel paese, vicino al confine con la Siria. Nelle stesse ore attaccata anche Tripoli. I jihadisti hanno adottato strategie simili a quelle impiegate in Iraq.

Un gruppo di combattenti dello Stato islamico ha conquistato nella notte di domenica ampie aree della cittadina di Arsaal, nel Libano nord-orientale e non lontana dal confine con la Siria. La conferma è arrivata dal ministero della Difesa libanese. Un altro attacco, avvenuto nelle stesse ore, è stato sferrato a Tripoli, seconda città del paese posta al confine settentrionale con la Siria. Un'operazione che ha richiesto un'elevata coordinazione e che ha colto di sorpresa le già deboli forze di sicurezza libanesi. Sabato scorso, i combattenti islamici avevano attaccato una stazione di polizia di Arsaal, uccidendo un civile e catturando 16 poliziotti. In breve tempo gli scontri si sono estesi all'intera città. L'esercito libanese è intervenuto circondando il centro abitato e lanciando mortai ma, accusano i rifugiati siriani, ha permesso solo ai cittadini libanesi di scappare, intrappolando tutti gli altri. Il bilancio finale è stato di 10 morti, probabilmente colpiti dai razzi dello stesso esercito libanese. L'obiettivo erano i circa 100 mila rifugiati siriani tra i quali, secondo il ministero dell'Interno, si erano nascosti circa 5 mila combattenti dello Stato islamico.

 

Secondo il ministero dell'Interno, il Fronte al Nusra ha preso parte all'attacco degli islamisti schierandosi al fianco dello Stato islamico. Un'ipotesi che sembra però improbabile, dato che i due gruppi combattenti sono rivali e si contendono il controllo delle regioni nord orientali della Siria. In un comunicato diffuso su Twitter, al Nusra ha inoltre condannato l'attacco dello Stato islamico.

 

Arsaal è un posto strategico, a metà strada con la frontiera siriana, usato come avamposto dai ribelli sunniti per sferrare i loro attacchi contro il regime di Bashar el Assad oltre il confine. Negli ultimi giorni però, i residenti di Arsaal avevano notato un forte incremento nel numero di ribelli giunti nella cittadina.

 

"Quello che si sta verificando è un assedio", ha commentato il ministro dell'Interno libanese, Nohad Mashnouk. "Temiamo che i combattenti possano provare a rapire e fare ostaggi tra i paesi sciiti limitrofi" sul modello di quanto già accaduto in Iraq, ha confessato il ministro. La scelta di Arsaal come testa di ponte per sferrare un attacco in Libano, tuttavia, non sembra essere limitata alla sua posizione strategica. Si tratta infatti di una cittadina spaccata tra sostenitori del presidente siriano el Assad, simbolo della lotta all'estremismo islamico, e coloro che invece appoggiano i ribelli. Prima dell'attacco, lo Stato islamico aveva intensificato la propria campagna anti-governativa, condannando gli sciiti di Hezbollah per il loro sostegno al regime siriano. Una tattica già impiegata con successo in Iraq, con lo scopo di polarizzare la società spingendo i residenti a schierarsi fino a prendere parte allo scontro armato.

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