Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi (foto LaPresse)

Alitalia, l'ennesima ultima chiamata del governo

Alberto Brambilla

Dal governo arrivano parole definitive all'indirizzo degli attori coinvolti della trattativa per il salvataggio di Alitalia tramite l'intervento di Etihad. A oggi sono in corso trattative con le banche circa una partecipazione di Poste in una società cuscinetto, intermedia tra la vecchia holding e la nuova (mid company), con una quota da 65 milioni di euro.

Dal governo arrivano parole definitive all'indirizzo degli attori coinvolti della trattativa per il salvataggio di Alitalia tramite l'intervento di Etihad. "L'esecutivo chiede che si arrivi alle risposte definitive da parte dei soci privati, delle banche e dei sindacati", ha detto il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ripetendo che in queste "ore decisive" si decide tra "lo sviluppo (dell'ex compagnia di bandiera) o il baratro". Lupi, pur smentendo malumori da parte degli emiratini per un negoziato che procede a singhiozzo, ha detto ieri che le trattative dovranno chiudersi in tempi rapidi per arrivare alla conclusione dell'operazione questa settimana. 

 

Alitalia, che è stata salvata dal fallimento già nell'autunno scorso tramite l'intervento di Poste Italiane nel capitale, società pubblica al cento per cento, ora rischia nuovamente una crisi di liquidità. L'anno scorso la perdita messa a bilancio è stata di circa 500 milioni di euro (il bilancio non è stato pubblicato per intero). E' stato l'anno peggiore della gestione quinquennale dell'Alitalia da parte dei soci di Cai (Compagnie aeree italiane), la compagine societaria che ha finora gestito la compagnia con risultati peggiori della gestione pubblica, alla quale è subentrata a cavallo tra il 2008 e il 2009 sotto la regia di banca Intesa Sanpaolo. Secondo stime passate – e non c'è ragione per dire che le cose siano cambiate in meglio – la compagnia che ha ridotto il suo perimetro operativo, da vettore internazionale a regionale, perde circa un milione di euro al giorno. 

 

Nelle scorse settimane e mesi ci sono stati diversi stop&go determinati dall'opposizione dei sindacati agli esuberi del personale pretesi dal vettore emiratino e le relative contromisure chieste al governo alla più recente richiesta di Poste, a trattativa in chiusura, di investire soltanto nella nuova holding libera delle pendenze legali e finanziarie pregresse diversamente da quanto previsto in precedenza. Le banche azioniste e creditrici hanno osteggiato tale prospettiva in quanto si dovrebbero caricare loro degli oneri finanziari cui Poste non intende adempiere.

 

Lo schema dell'operazione prevedeva che Compagnie area italiana (Cai) partecipi a una nuova costituenda holding (new company) con il 51 per cento del capitale mentre a Etihad viene riservata una quota del 49 per cento. La mancata volontà di Poste e del suo ad Francesco Caio di investire, si diceva 40 milioni, solo nella "fornace" Cai (bad company) ha fatto maturare l'esigenza di cambiare l'architettura dell'accordo.

 

A oggi sono in corso trattative con le banche circa una partecipazione di Poste in una società cuscinetto, intermedia tra la vecchia holding e la nuova (mid company), con una quota da 65 milioni di euro, riporta l'agenzia Adnkronos citando fonti vicine alla trattativa tuttora in corso. Prematuro il calcolo della partecipazione in termini di quote azionarie della compagnia postale la quale opera anche nel campo delle spedizioni e brevi voli charter con la Mistral Air, la stampa ipotizzava una quota del 5 per cento.

 

Intanto arrivano rassicurazioni dalla compagnia di Abu Dhabi, che in una nota fa sapere che "Etihad Airways continua a lavorare con Alitalia al fine di risolvere le questioni aperte relative a un possibile investimento in Alitalia".

  • Alberto Brambilla
  • Nato a Milano il 27 settembre 1985, ha iniziato a scrivere vent'anni dopo durante gli studi di Scienze politiche. Smettere è impensabile. Una parentesi di libri, arte e politica locale con i primi post online. Poi, la passione per l'economia e gli intrecci - non sempre scontati - con la società, al limite della "freak economy". Prima di diventare praticante al Foglio nell'autunno 2012, dopo una collaborazione durata due anni, ha lavorato con Class Cnbc, Il Riformista, l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e il settimanale d'inchiesta L'Espresso. Ha vinto il premio giornalistico State Street Institutional Press Awards 2013 come giornalista dell'anno nella categoria "giovani talenti" con un'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.