Una donna palestinese visita la tomba di alcuni parenti uccisi durante i combattimenti nel giorno dell'Eid al Fitr (Foto Ap)

Ancora missili e morti a Gaza: scambio di accuse tra Hamas e Tsahal

Redazione

Nove bambini uccisi in un campo di rifugiati. Israele: "Sono stati i terroristi" ma i palestinesi replicano: "E' un crimine di guerra". Razzi anche su un ospedale.

La tregua tra Hamas e Israele è sempre più labile dopo l'ennesima tragedia di oggi. Nel giorno dell'Eid al Fitr, la ricorrenza per la fine del digiuno del mese di Ramadan, un missile israeliano ha colpito un parco a Gaza, vicino al campo di rifugiati di Shati, uccidendo 10 persone, tra cui nove bambini. Ayman Sahabani, uno dei responsabili del campo, ha riferito che i bambini stavano giocando: nove di questi, ha riferito, avevano meno di 12 anni mentre i feriti sarebbero 46. L'attacco è arrivato poco dopo che un altro missile israeliano aveva colpito l'ospedale di Shifa ferendo decine di persone. Le autorità palestinesi hanno subito condannato il gesto imputandone le responsabilità a Tsahal. Da parte sua, l'esercito israeliano ha smentito ogni coinvolgimento, affermando che "la colpa è dei terroristi che sparano razzi a breve gittata, colpendo così sia l'ospedale sia il campo di rifugiati". Eyad al-Bozum, portavoce del ministero dell'Interno di Gaza, ha contrattaccato, affermando che "accusare i palestinesi della morte di questi bambini innocenti è solo un modo per coprire gli orribili crimini di guerra che Israele sta commettendo".
Intanto, nel sud di Israele, un razzo di Hamas avrebbe ucciso quatto persone secondo i media israeliani. L'esercito ha riferito che "ci sono vittime", senza specificarne il numero.
Dopo una notte di calma relativa, la diplomazia continua a lavorare per raggiungere un cessate il fuoco duraturo a Gaza. Israele, che ha risposto al lancio di razzi provenienti dalla Striscia di Gaza, ha dichiarato la "tregua è a tempo indeterminato" ma che Tsahal risponderà di volta in volta agli attacchi sferrati da Hamas. Nella notte si è riunito anche il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, chiedendo all'unanimità il cessate il fuoco. Ma Netanyahu ha risposto seccamente al segretario delle Nazioni Unite Ban Ki moon in una telefonata: "L'Onu non tiene conto della sicurezza di Israele" nella risoluzione approvata nella notte. Il testo, ha continuato il primo ministro, "riferisce dei bisogni di un gruppo terrorista omicida che attacca civili israeliani e non ha risposta per i bisogni di sicurezza di Israele". Il segretario delle Nazioni unite ha poi dichiarato di aver avuto un nuovo colloquio telefonico con Netanyahu sulla situazione a Gaza: "Ho parlato al telefono questa mattina con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e ho rinnovato l'appello a porre fine alle ostilità". Ban ha affermato che un cessate il fuoco di lunga durata è una "questione di volontà politica". Israeliani e palestinesi", ha aggiunto, "devono mostrare la loro umanità come leader".

 

Nel giorno dei festeggiamenti per l'Eid al Fitr, la ricorrenza che segna la fine del digiuno nel mese di Ramadan, la pausa nei combattimenti resta ancora fragile. In Israele le sirene hanno suonato già più volte mentre Tsahal resta impegnato nell'operazione di ricerca e distruzione dei tunnel di Hamas. Un razzo ha raggiunto la cittadina di Ashkelon mentre sul fronte dei palestinesi, secondo il ministero della Salute di Gaza, un bambino di sette anni è rimasto ucciso. Israele sfrutta le ore di tregua per portare avanti anche una campagna di demoralizzazione del nemico. Alcuni residenti di Gaza hanno asserito di aver ricevuto telefonate dove una voce che parlava in arabo ammoniva: "Se siete di Hamas e continuate a combattere sappiate che risponderemo, risponderemo violentemente". Dei volantini sono inoltre stati lanciati sulla città con i nomi dei combattenti di Hamas che sono stati uccisi da Tsahal. 

 

Intanto, il presidente Barack Obama in persona ha tentato di esercitare ancora più pressione sulle parti in conflitto telefonando al premier israeliano Benjamin Netanyahu. La proposta del capo della Casa Bianca è quella di attenersi al piano di mediazione proposto dall'Egitto che aveva già posto fine all'ultima guerra di Gaza del 2012, fermo restando che ogni accordo dovrà arrivare "con una coordinazione internazionale per porre fine alle ostilità".

 

Obama ha aggiunto che gli Stati Uniti non accetteranno un piano di pace che non preveda il disarmo completo di Hamas. Israele deve ancora dare una risposta a Washington ma fonti israeliane, citate da Reuters, affermano che l'intesa sia lungi dall'essere raggiunta. "Non abbiamo alcun bisogno di un altro cessate il fuoco. Prima Hamas deve smettere di sparare", avrebbe riferito un funzionario del gabinetto governativo israeliano. Il piano di pace proposto dal segretario di Stato americano John Kerry, intanto, è stato rigettato da Netanyahu che lo ha giudicato troppo vantaggioso per Hamas.

 

Al momento a Gaza i combattimenti sono estremamente limitati. Hamas e Israele hanno bloccato le operazioni militari con un'intesa de facto, senza siglare alcun accordo ufficiale. Nell'intervista rilasciata ieri alla Cnn, Netanyahu aveva condannato Hamas di violare il cessate il fuoco ma ha anche ammesso la possibilità di portare soccorso ai palestinesi nella Striscia, dove oltre ai morti preoccupano anche le condizioni economica di estrema povertà in cui versa la popolazione, aggravate dagli scontri. "Ogni piano per migliorare e alleviare le condizioni di vita dei palestinesi deve essere subordinato alla smilitarizzazione della Striscia", ha detto Netanyahu.

 

Recenti sondaggi condotti da Israel Channel e dal Jerusalem Post hanno mostrato come il premier abbia il pieno appoggio della popolazione israeliana: oltre l'80 per cento chiede al governo che l'operazione militare prosegua e dichiara di non voler un nuovo cessate il fuoco.