La visita fiscale del giudice Esposito

Redazione

Quarto rinvio d’udienza davanti al Csm con certificato medico. Apperò.

Antonio Esposito è il giudice di Cassazione che un anno fa condannò, sottoponendosi a un tour de force, Silvio Berlusconi nel processo Mediaset. Quel processo Mediaset per il quale, ai tempi di Milano, non doveva valere non solo il legittimo impedimento del premier, ma nemmeno l’uveite dell’uomo, tanto che gli officianti del rito ambrosiano chiesero una visita fiscale per verificare se l’imputato Berlusconi Silvio avesse un impedimento assoluto a presenziare all’udienza, sennò lo volevano audire in ospedale, perché non v’era da perder tempo, e non ci si difende così dai processi, a furia di cerificati medici. Insomma, quel giudice di Cassazione Esposito, quello che si fece intervistare dal Mattino di Napoli per commentare la sentenza di condanna per Silvio Berlusconi da lui stesso pronunciata pochi giorni prima, adesso è sotto processo al Csm, il comodissimo tribunalino in proprio delle toghe. Il provvedimento disciplinare a suo carico è proprio relativo a quell’intervista, illegittima e irrituale. E che fa, il giudice Esposito? Per la quarta volta consecutiva ha ottenuto il rinvio dell’udienza, adducendo motivi di salute. Il pur comodissimo tribunalino delle toghe non aveva in realtà ritenuto che il certificato addotto dall’Esposito, che attesta il suo ricovero in urgenza per “dolore toracico ingravescente”, fosse “un assoluto impedimento” a presentarsi in aula (del resto, non lo sono né i ricoveri per uveite, né quelli per gamba rotta). Ma alla fine il rinvio al 19 settembre l’ha ottenuto. In occasione del terzo rinvio, l’Esposito aveva addotto un “legittimo impedimento”. Accolto. Ce ne fosse abbastanza perché un pm chiedesse una visita fiscale, o il sequestro delle cartelle mediche?

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