Buffon al rientro in Italia dopo il fallimento dei Mondiali (foto LaPresse)

Consigli per fregarsene dei Mondiali e non andare in crisi come gli americani

Jack O'Malley

Da venerdì scorso ho cominciato a seguire il Mondiale con distacco, e naturalmente adesso consiglio a voi di fare lo stesso.

Da venerdì scorso ho cominciato a seguire il Mondiale con distacco, e naturalmente adesso consiglio a voi di fare lo stesso. Noi inglesi abbiamo cominciato a recitare la parte dei superiori. Il Mondiale? Who cares. Il Brasile? Troppo caldo. La Costa Rica da battere per salvare l’onore? Don’t be silly. Fate come noi: cominciate a dire che va tutto bene, che l’allenatore della Nazionale è l’uomo giusto con cui continuare e vincere gli Europei tra due anni. Fatevi del male anche voi. Almeno avete la fortuna di potervela prendere con l’arbitro, noi manco quella. Il brandy aiuta, anche se per digerire la prestazione dell’Italia forse funziona di più il Tavernello, come mi suggeriva qualcuno su Twitter. Non buttatela in tragedia, noi abbiamo smesso di farlo da qualche decennio, ci godiamo il nostro campionato – dove Suárez quelle cose, morsi e gol, le fa da tempo – e utilizziamo Mondiale ed Europei per visitare paesi esotici, lanciare qualche giovane e tornare a casa presto. 

 

Non crucciatevi troppo, o farete la fine degli americani, che avendo scoperto il calcio da poco, e non essendo inspiegabilmente (per loro) i primi al mondo, fanno partire un dibattito con tanto di inchiesta sul New York Times per abolire i minuti di recupero. Colpiti a freddo dal Portogallo al 95’, quando già pensavano agli ottavi di finale, sono entrati in crisi esistenziale. “Ma come? Nel calcio le partite non dovrebbero durare 90 minuti? Perché ci fanno gol 5 minuti dopo?”. Supereranno anche questa, specialmente dopo il pareggio in salsa tedesca che si sta cuocendo per la partita tra Stati Uniti e Germania. Gli americani sono allenati dal tedesco Klinsmann, i tedeschi dal suo ex vice sulla panchina tedesca, Löw (personaggio con una classe sopraffina e grandissimo scaccolatore da panchina). Nessuno scandalo, siamo sinceri. Almeno loro sono arrivati alla terza partita senza pezze al culo. Ho letto che proprio martedì Helena Costa, la prima donna allenatore di una squadra professionistica europea maschile, il francese Clermont Foot 63, si è dimessa. Era al primo giorno di lavoro. Se fossi la federazione inglese ci farei un pensierino. E anche se fossi quella italiana. Peggio di Hodgson e Prandelli è difficile fare.