Bar Sport fogliante. “L'Italia vince col garantismo”. “Scusate, ma Ciro chi è?”. Valensise punta al “Ballot”

Piero Vietti

Oggi Italia - Uruguay. Prandelli ha deciso di schierare la nazionale con il 3-5-2 con Immobile con Balotelli davanti. Ecco le "riflessioni" dei foglianti sulla partita decisiva per decidere chi passa agli ottavi di finale

Lungotevere Raffaello Sanzio - Oggi si gioca Italia-Uruguay, e al Bar Sport è tempo di pronostici e, poiché anche noi siamo commissari tecnici in aspettativa, consigli a Prandelli.  Parte Cerasa, che la sa lunga: “Vogliamo dire la verità? Il problema non è Prandelli. Non è Paletta. Non è er turnover. E’ la dittatura del politicamente corretto. Quella che ci impone di portare sempre quella pippa di Cassano ai Mondiali. E quella che ci impone di far giocare sempre Balotelli. Che non salta l’uomo. Fa sempre casino. Segna con la stessa frequenza con cui Vendola fa discorsi sensati. E che in qualsiasi altra Nazionale sarebbe il terzo attaccante. Meglio Luca Toni”. Battistuzzi cinematografico: “Domani passiamo. Sicuro perché siamo come un film dei Vanzina, c’è un momento di caos e gaffe, ma poi va sempre a finire bene. In modo godereccio”. Marina Valensise da Parigi difende la cultura italiana: “Altro che Vanzina, e non mi toccate gli ultimi geni della commedia all’italiana, gli unici o fra i pochi a manovrare la macchina come un sol uomo. Ciao Battistuzzi, abbi fede”. Matzuzzi mette ordine con un paio di cartellini: “L’Uruguay è battibile, a parte Suarez e Cavani, il resto dell’organico potrebbe essere tranquillamente scambiato per l’Honduras. L’importante, per una volta, è che Prandelli non decida personalmente la formazione”. Riecco Valensise: “Matteo, ma Prandelli mi pare abbia già deciso di schierare i due, Immobile e Ballot”. Ballot sarebbe Balotelli, ça va sans dire. Matzuzzi: “Marina, ma lui mette Immobile solo perché ha visto che glielo ordinano su Twitter! Immobile, per Prandelli, ha la stessa importanza del portiere di notte del residence di Mangaratiba”. Valensise: “Tu dici eh? Ma Immobile è un attaccante, che c’entra il portiere di notte di Mangaratiba?”. La domanda per fortuna cade nel vuoto. Tocca a Rizzini: “A occhio, ma proprio a occhio, servirebbero: meno paranoie (della squadra e dei tifosi), meno giustizialismo (sto povero ct peggio della casta, lo trattate, per non dire di Buffon), e studio intensivo della psicologia uruguagia (si scrive così?). A proposito: che slogan hanno gli uruguagi? Gli altri avevano ‘pura vida’, ma questi mi paiono più mesti. Coraggio”. Valensise, questa volta in francese: “BASTA PIAGNE!”. Chiamata in causa dalla parlata, ecco Pompili, più informata di Stefanini, questa volta: “A dimostrazione del fatto che bisogna cambiare tutto c’è un dato: martedì (venerdì, ndr) scorso dopo quindici minuti di Italia-Costa Rica avevamo mollato le patatine ed eravamo già tornati a passare pezzi. Piuttosto vorrei dare un giudizio tecnico su Argentina-Iran: il Tim Mellì merita la finale, Amir Hossein Sadeghi grande difensore”. Si rifà viva Tiliacos: “Non vorrei pronunciarmi, vista la figuraccia precedente (ho magnificato la difesa della Grecia, che ha preso 3 gol). Tuttavia, prendo spunto da questa poesia di Mario Benedetti, grande poeta uruguyano di origine evidentemente italiana, intitolata ‘Tattica e strategia’: ‘La mia tattica è guardarti / imparare come sei /volerti come sei / la mia tattica è parlarti / costruire con parole / un ponte indistruttibile / la mia tattica è rimanere nel tuo ricordo’. Ecco, speriamo di far ricordare agli uruguagi una (loro) onorevole sconfitta”.  A questo punto Valensise sbotta: “Ma siete matti, oppure depressi, oppure sadomaso? Per favore un po’ di ottimismo. Devo dirvi che venerdì non ho visto giocare l’Italia. Non ci crederete, ma non riuscendo ad accendere la tv italiana, mi sono precipitata a casa per vedere la tv francese e lì… orrore, sgomento, tragedia… ho scoperto che non c’era la partita, che la Rai era criptata e tutti gli altri canali trasmettevano programmi demenziali da venerdì pomeriggio ma non la partita col Costa Rica, e neanche un sito, dico uno, captabile via internet. Unica possibilità abbonarsi a Bein, canale del Qatar, ma era troppo tardi. Allora, mi sono messa l’animo in pace, ho seguito la cronaca scritta (imparando un sacco di cose nuove e sconosciute) e poi, per superare la delusione, la sera mi sono messa a vedere, che dico a studiare, Francia-Svizzera. E sapete che cosa ho scoperto? Ho scoperto che cosa è una SQUADRA, dove tutti giocano per mandarla in rete, o per tentare di mandarla in rete, e ho capito qual è il discrimine tra una SQUADRA  e un’accolita  di 11 smandruppati pallonari, scoordinati, asistemici,  demotivati, andanti ciascuno a zonzo sul campo, per conto suo… Anche i Ciclopi si possono vincere, se uno usa la testa fingendo che i suoi compagni siano pecorelle smarrite… Deve rimettere dentro Verratti, o no? E quello nuovo Di Sciglio (sic, ndr), l’esordiente, e vedrai che lo farà”. Gambardella rischia la chiusura della curva per discriminazione territoriale: “Noto dell’astio nel Bar Sport di oggi. Bene, vuol dire che funziona. Comunque Immobile non ha giocato finora perché Prandelli, quando gli ha chiesto quale posizione preferiva in campo, non ha capito la risposta. In rete gira un video che certifica le difficoltà comunicative che Cesare deve affrontare ogni giorno in allenamento. Si intitola ‘Immobile intervista Insigne’ e richiede un certificato di lingua partenopea C1”. Valensise, irrefrenabile: “Mi inchino davanti alla poesia dei cognomi-aggettivi. Il resto non conta, il verbo per una volta non conta”. E’ il momento, atteso, di Crippa: “L’Uruguay è l’unico posto al mondo in cui il tempo si è fermato agli anni 50, tolta la Rai ovviamente. E’ la sponda depressa del Mar del Plata, il che è tutto dire visto che di là c’è l’Argentina, tàngheri malinconici del tango e del fùtbal. Come il lago di Lecco e quello di Como. Triste, solitario y larian. Pertanto,  temere o anche solo pensare di poter perdere con questo avanzo del Ventesimo secolo, immigrazione y massoneria, è una vergogna. Può capitare solo a una squadra con un Ct con i capelli impomatati da balera di Orzinuovi. Dunque: o si vince, o ce lo siamo meritati di andare a casa. #spiacepermatteorenzi. Concludendo, per passare dal calcio al cazzeggio: se mette un 3-5-2 con Immobile e Balotelli (o anche senza), farà la prima formazione sensata del quinquennio. Cerasa se la piglia con Cassano solo perché è amico di Vendola e Emiliano. #shameonyou. Poi, diciamocela tutta: Cavani è Massimo Ranieri con i capelli lunghi”. Poi, dall’alto della sua autorità, sentenzia: “Ragazzi, domani il giornale se lo impupa tutto Giulietta da sola. Noi birra e rutto libero”. Pompili è pronta: “Esigo lo stesso trattamento per quando comincia la nuova stagione di ‘Scandal’, allora”. Sperando che stavolta Pompili riesca a capire quale dei due è il portiere che gioca con noi, come fa notare il perfido Matzuzzi. Rientra Valensise dalla finestra: “E Annalena che ne dice? Concorda?”. Benini in verità è confusa: “Marina non riesco a starti dietro. Che cosa bevi a Parigi che lo voglio anche io?”. Roma domanda, Parigi risponde: “Ho smesso di bere caffé e sono passata direttamente alla cachaça: fa benissimo, un bicchierino alle sette di mattina e la sera verso quest’ora si passa alla caipirinha con un po’ di lime. Un bacione, mi raccomando adotta subito eh”. Per fortuna ci pensa Cau, appena entrato al bar, a riportare il discorso sul calcio: “Scusate, chi è Ciro?”. Serrande.

  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.