Pasticcio europeo in salsa inglese

Redazione

In privato sono tanti i leader europei che dicono che la nomina di Jean-Claude Juncker alla guida della Commissione dell’Ue sarebbe l’ennesima dimostrazione del fatto che l’Europa non ha alcuna intenzione di cambiare e cambiarsi.

[**Video_box_2**]In privato sono tanti i leader europei che dicono che la nomina di Jean-Claude Juncker alla guida della Commissione dell’Ue sarebbe l’ennesima dimostrazione del fatto che l’Europa non ha alcuna intenzione di cambiare e cambiarsi, ma in pubblico è rimasto ormai soltanto il premier inglese Cameron. Il quale non può rimangiarsi la parola o rintanarsi nella logica della cautela adottata dalla cancelliera tedesca Merkel – prima contraria alla nomina, ora opportunisticamente molto più accondiscendente – perché Cameron ha deciso di giocarsi una partita esistenziale sulla questione. Se c’è Juncker l’Inghilterra se ne va dall’Europa: così l’ha messa il premier inglese, scommettendo sul fatto che tra i due gli europei non avrebbero avuto dubbi, chi la vuole un’Ue senza Londra? Ma la scommessa è diventata rischiosa, il fronte che Cameron aveva creato – con Merkel, con i paesi del nord e, pur senza un appoggio formale, con Renzi – si sta squagliando, al punto che anche molti membri dei conservatori inglesi dicono che la mossa del loro premier è stata suicida. Ora a Bruxelles va di moda dire: ma chi li vuole questi inglesi che non sanno accettare compromessi, che si mettono di traverso su ogni questione e ora pure si permettono di mettere un veto sulla nomina del candidato designato del Partito popolare europeo che ha vinto le europee? Che se ne andassero. Le conseguenze di un’uscita del Regno Unito dall’Ue sono naturalmente più complesse e gravi del capriccio scontroso dei custodi dell’eurocrazia, ma che il premier inglese stia perdendo questa partita è sempre più evidente.

 

Il Financial Times ha citato fonti vicine alla Merkel che dicono che lei continua a essere poco convinta di Juncker, ma le pressioni dei compagni di partito, dei socialdemocratici e della stampa sono troppe, meglio non dimenarsi per una causa che rischia di diventare ancora più deprimente quando il Parlamento europeo vorrà far valere il proprio ruolo e s’opporrà a una candidatura terza. Anche l’Olanda si è sottratta dal fronte, e così a Cameron non resta che Renzi, che però sembra pronto a ingoiarsi l’Europa stantia à la Juncker in cambio di un po’ di flessibilità su deficit e investimenti.

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