Il procuratore di Cavani dice che l'Italia è come la corazzata Potëmkin

Claudio Cerasa

Va bene il clima da bar sport. Va bene la previsione di Marina Valensise. Va bene che a poche ore dall’inizio dei Mondiali tutto quello che c’era da scrivere è stato scritto più o meno un centinaio di volte.

Va bene il clima da bar sport. Va bene la previsione di Marina Valensise. Va bene che a poche ore dall’inizio dei Mondiali tutto quello che c’era da scrivere è stato scritto più o meno un centinaio di volte. Va bene tutto questo ma forse per capire qualcosa di più su cosa potrà riservarci davvero il Mondiale brasiliano può essere utile chi per mestiere, nel calcio, lavora con le previsioni, scommettendo sul futuro dei calciatori, sulle loro abilità, sulle loro potenzialità e giocandosi la faccia puntando su questo o su quell’altro giocatore. Poche ore prima del fischio di inizio dei Mondiali il Foglio ha contattato uno dei procuratori più famosi d’Italia, Claudio Anelucci, agente di Edinson Cavani, centravanti dell’Uruguay, squadra che si trova nel girone dell’Italia, ex punta del Napoli, oggi al Paris Saint-Germain, dieci milioni di euro l’anno, domani chissà, e con lui abbiamo provato a immaginare come sarà il Mondiale, quali saranno le sorprese, le delusioni, le illusioni e i personaggi che sarà il caso di seguire. Prima illusione: “Non sarà – dice Anelucci – un Mondiale come tutti gli altri e sarà un Mondiale che secondo me verrà dominato dalle squadre sudamericane non solo per il talento ma banalmente per l’umidità molto, la temperatura dei campi, il clima in generale, e l’esperienza mi dice che sarà un Mondiale molto fisico, che verrà deciso nei secondi tempi, in zona Cesarini, quando le squadre, specie quelle europee, crolleranno e quando gli avversari secondo me non faticheranno a infilarle come una lama nel burro”. Chi vince? “Vince una sudamericana, una tra Brasile, Argentina e Uruguay. Il Brasile è la super favorita ma non starei attento a dare tutto per scontato. Quando una squadra è troppo bella, e si sente troppo bella e passa molto tempo a guardarsi allo specchio quasi mai quella squadra si mostra vincente”. Capocannoniere: “Anche se sono in conflitto di interessi, dico Cavani. E’ il suo Mondiale. Farà più di dieci gol. Tutti gli altri mi sembrano scarichi. E i grandi nomi in queste competizioni difficilmente funzionano.

 

[**Video_box_2**]Penso a Cristiano Ronaldo. A Neymar. A Messi. Non credo sarà il loro Mondiale, penso che deluderanno. Sarà il Mondiale di qualcun altro”. Sorprese: “Come squadre: io dico Belgio. Ci sono campioni che nessuno conosce bene e sui quali si faranno buoni affari. Come giocatori, dico Pogba. Farà il salto di qualità, avrà la sua vetrina, e per lui il Mondiale brasiliano potrebbe essere, come per Zidane i Mondiali del 1998, la sua consacrazione”. L’Italia? “Lo dico con amarezza. Sarà una delusione. E’ una squadra senza fantasia, senza capo e senza coda, costruita per non farsi male più che per fare male, è inesperta, fragile, con una linea difensiva troppo giovane, se è vero che sugli esterni giocheranno Darmian e De Sciglio. Le amichevoli mi hanno colpito. Ho visto gambe pesanti. Poca dinamicità. Poco gioco. Siamo una squadra che non ha attitudine con il gol. Abbiamo un girone molto complicato, sono sicuro che anche l’Inghilterra ci farà soffrire, e temo proprio che tra le cattive sorprese del Mondiale, purtroppo, ci saremo noi, ancora una volta”.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.