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Troppi cristiani ipocriti. Le parole di Bergoglio contro il formalismo

Matteo Matzuzzi

"Io penso a tanti cristiani, a tanti cattolici. Sì, sono cattolici ma senza entusiasmo, amareggiati. Sì, la vita è così, ma la chiesa… Io vado a messa tutte le domeniche, ma meglio non immischiarsi, io ho la fede per la mia salute. Ognuno a casa sua, tranquilli per la vita'. Questa è la malattia dell'accidia, dell'accidia dei cristiani". Sono le parole usate stamane, nella consueta omelia mattutina a Santa Marta, da Papa Francesco. Il Pontefice ha ribadito che tale comportamento è "paralizzante dello zelo apostolico" e le persone che fanno così diventano "cristiani che non si preoccupano di uscire per dare l'annuncio del Vangelo.

    "Io penso a tanti cristiani, a tanti cattolici. Sì, sono cattolici ma senza entusiasmo, amareggiati. Sì, la vita è così, ma la chiesa… Io vado a messa tutte le domeniche, ma meglio non immischiarsi, io ho la fede per la mia salute. Ognuno a casa sua, tranquilli per la vita'. Questa è la malattia dell'accidia, dell'accidia dei cristiani". Sono le parole usate stamane, nella consueta omelia mattutina a Santa Marta, da Papa Francesco. Il Pontefice ha ribadito che tale comportamento è "paralizzante dello zelo apostolico" e le persone che fanno così diventano "cristiani che non si preoccupano di uscire per dare l'annuncio del Vangelo. Persone anestetizzate". Il non immischiarsi diventa così "accidia spirituale, e l'accidia è una tristezza". I cristiani che ne sono "affetti" sono "persone non luminose, negative". E' l'atteggiamento di quei cristiani "che vanno a messa tutte le domeniche ma dicono per favore non disturbare". Gente che "non fa bene alla chiesa".

    Ma – ha sottolineato Bergoglio – c'è anche un altro peccato da cui è bene guardarsi: il peccato del formalismo: "Cristiani ipocriti, ne abbiamo tanti nella chiesa. Soltanto interessavano loro le formalità – ha detto il Papa riferendosi al Vangelo che narra l'incontro tra Gesù e il paralitico –. Era sabato? No, non si possono fare miracoli il sabato. Chiudono la porta alla grazia di Dio". Per loro, "contano soltanto le formalità. Anche noi tante volte incontriamo questa gente, anche noi tante volte siamo stati con l'accidia o ipocriti come i frasei". Si tratta di due tentazioni da cui bisogna difendersi. Davanti a esse – ha aggiunto ancora Francesco – "davanti a quell'ospedale da campo, simbolo della chiesa", davanti "a tanta gente ferita", Gesù si avvicina e chiede "Vuoi guarire?". E poi, quando lo incontra di nuovo gli dice "non peccare più". Ecco, ha concluso il Pontefice a Santa Marta, "vuoi guarire e non peccare più. Prima lo guarisce, poi gli dice di non peccare più. Parole dette con tenerezza, con amore. Questa è la strada cristiana, la strada dello zelo apostolico".

    • Matteo Matzuzzi
    • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.