Una lady di ferro in Norvegia

Redazione

Erna Solberg diventerà il primo ministro della Norvegia il prossimo mese, prima conservatrice dal 1990. La signora Solberg ha fatto campagna elettorale sui tagli alle tasse e sulle privatizzazioni, ma i media si sono concentrati sul partito anti immigrazione del Progresso, che ha avuto tra i suoi iscritti il pluriomicida Anders Breivik e ora entrerà per la prima volta al governo come parte della coalizione di Solberg. Sembra non valere nulla il fatto che il partito del Progresso alle elezioni di lunedì sia andato peggio che nelle ultime elezioni, prendendo il 16 per cento dei voti contro il 23 del 2009.

    Erna Solberg diventerà il primo ministro della Norvegia il prossimo mese, prima conservatrice dal 1990. La signora Solberg ha fatto campagna elettorale sui tagli alle tasse e sulle privatizzazioni, ma i media si sono concentrati sul partito anti immigrazione del Progresso, che ha avuto tra i suoi iscritti il pluriomicida Anders Breivik e ora entrerà per la prima volta al governo come parte della coalizione di Solberg. Sembra non valere nulla il fatto che il partito del Progresso alle elezioni di lunedì sia andato peggio che nelle ultime elezioni, prendendo il 16 per cento dei voti contro il 23 del 2009. Nel mentre, i liberal conservatori della signora Solberg ottenevano il 27 per cento dei voti, contro il 17 di quattro anni fa.

    Il peso del welfare state norvegese grava poco sui cittadini grazie al più grande fondo sovrano del mondo, di circa 750 miliardi di dollari. Il fondo è stato costituito inizialmente dai ricavi di petrolio e gas, e Oslo è stata attenta nell’investire il denaro e nel limitare le possibilità di spesa dei governi. Ma i norvegesi sanno che prima o poi le loro riserve di petrolio si esauriranno e, per dirla con Solberg, gli elettori stanno cercando “un nuovo governo con nuove idee e nuove soluzioni”. Tra queste: abolire la tassa di successione, verificare i beneficiari del welfare, approntare esoneri fiscali per i privati e rendere più facile alle piccole aziende competere per gli appalti del governo. Per gli standard norvegesi, queste sono proposte radicali, che sono valse a Solberg il titolo di “Erna di ferro”.

    Come ministro nell’ultimo governo di coalizione di centrodestra, ha contribuito a fermare lo sciopero degli infermieri, ha spinto le autorità locali a privatizzare i servizi e si è battuta per ridurre il numero di comuni della Norvegia di 100 unità, da 434 che erano. (In quest’ultima battaglia Solberg ha fallito: la Norvegia ha ancora 428 comuni). Pare che tempo fa il nuovo primo ministro si sia lamentata del suo soprannome, ma i soprannomi si guadagnano, non si scelgono. Se la signora Solberg riuscirà a dare nuovo dinamismo all’economia norvegese e a resistere alle spinte contrarie nella sua coalizione, potrà sempre proporre “Solberg d’acciaio”.

    *Copyright Wall Street Journal per gentile concessione di MF/Milano Finanza