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Sallusti spiega perché tante volte è meglio non avere un pensiero

Dice Alessandro Sallusti: “Io urlo con i miei titoli e i miei editoriali. Nell’urlo c’è qualcosa di eroico. Urlano gli indiani nei film, ma urlano anche i soldati blu che li inseguono a pistolettate. I kamikaze urlano ‘banzai’, i cavalleggeri urlano ‘avanti savoia’. L’urlo è un bisogno liberatorio. Solo i mediocri non urlano. Forse nell’urlo non c’è il pensiero, lo ammetto. Spesso sono i folli a urlare. Ma dietro l’urlo, a provocarlo, c’è ben più d’un pensiero. C’è qualcosa che sublima il pensiero. Nell’urlo si nasconde una sostanza forte, viva, carnale. Ecco, forse uno che non urla mai non è vivo”.

01 MAG 2014

Il Cav. non conta i suoi voti, li pesa

Domani siederà nel salottino televisivo di Barbara d’Urso, alla vigilia della prima visita al sanatorio di Cesano Boscone, centro della sua campagna elettorale. Poi andrà a “Matrix”, si farà intervistare nei telegiornali, forse da Enrico Mentana, e infine reciterà nel teatro di Michele Santoro e Marco Travaglio, pare. “L’anno scorso lo sconsigliai di andare da Santoro”, ricorda Maurizio Gasparri, “ma mi sbagliavo. Quello è un gran cabaret. E Berlusconi adesso è capace di andarci anche in manette in quello studio televisivo”. E tutti ad Arcore ancora ricordano il Cavaliere impegnato a lucidare con un fazzoletto la poltrona sulla quale era seduto “il nostro caro (falso) nemico Travaglio”, come lo chiama Deborah Bergamini.

26 APR 2014

Smorza Italia

Se Bondi si sia fatto sfuggire, o no, il pensiero remoto del Cav. renziano

Dice Paolo Romani: “Mettiamo che Bondi abbia ragione. Mettiamo che davvero Berlusconi voglia prenderci tutti a calci nel sedere, tutti noi che siamo dentro Forza Italia, per sostituirci con dei piccoli cloni di Renzi”. Mettiamo. “Ecco. La premessa è che Berlusconi prima o poi si scoccerebbe pure dei cloni di Renzi, perché lui è fatto così. Ma comunque sia, ammesso che sia vero quello che dice Sandro, la domanda è una sola: ma le pare che uno va a scriverlo in un letterina alla Stampa alla vigilia delle elezioni?”.

24 APR 2014

Speciale online

Perché la santificazione dei due Papi può essere la grande occasione di Marino

  Leggi anche Rizzini Marino fa dimettere l’assessore che poteva salvare Roma dal default Cerasa Ecco l’opzione “troika” studiata dai renziani per commissariare Marino  

22 APR 2014

La casamatta aspetta il Cav.

Potrebbe leggervi dei libri. “Libri? Qui seduti ci leggiamo i volti. Le storie vere. Un romanzo che non finisce mai”, e il sorriso di ottantenne s’allarga incerto su due file di denti anneriti dal fumo di troppe sigarette. Che lavoro faceva lei? “Ero ferroviere. Comunista”. Gli ospiti di questo gran ricovero sudmilanese s’incontrano al bar, siedono fuori, al sole. E’ come la piazza d’un piccolo paese, il centro della vita sociale. Il barista, che è un meridionale suadente e garbato, serve acqua gassata alla spina e Ginger, anzi “gingerino”, bevanda analcolica che ricorda il brivido inebriante dell’Aperol o del Campari, “a ciascuno il suo vizio”, dice sorridendo, mentre riempie ancora un bicchiere con questo liquido rosso, zuccheroso e innocuo. Qualcuno gioca a briscola.

20 APR 2014

Altrimenti ti arrestiamo

Il Cav. prigioniero libero prepara la campagna da urlatore imbavagliato

Sarà quasi libero, ma dovrà adoperare pazienza, ossia far forza al suo temperamento, dunque niente accenni all’uso politico della giustizia e niente “magistrati golpisti”, mai più “toghe rosse” e “giudici pazzi”, almeno per un anno. Si abbracciano gli uomini di Forza Italia, e si baciano, Mario Mantovani spiega che “adesso Berlusconi potrà fare campagna elettorale”, e insomma la felicità cresce come quelle piante che i fachiri fanno spuntare solo guardandole. Ma, assieme alla felicità, germoglia anche un dubbio: ce la farà Silvio Berlusconi a non attaccare i magistrati?

16 APR 2014

Il mio Marcello Dell’Utri

La miglior difesa è la verità, specie se fa sorridere (dice Fidel)

“Mangano, dicono… Ma quella di Mangano è una storia così cretina che io, davvero…”. E Fedele Confalonieri recita pacato, pulito, rotondo: “Berlusconi aveva comprato Arcore, che c’ha un giardino di un milione di metri quadrati, con dei contadini, dei campi, degli alberi. Ci voleva un soprastante, una specie di contadino capo. E Marcello, che ad Arcore si occupava di tutto, persino delle tende del salotto, e che è siciliano, finì col chiamare un altro siciliano: Mangano appunto. Ecco, se Marcello fosse stato bergamasco, Mangano si sarebbe chiamato Pesenti e forse non sarebbe stato mafioso. Ma noi che ne sapevamo? La mafia… Mi vien da ridere, se non fosse una tragedia. Vede, la verità è sempre quella di Pirandello, che era siciliano pure lui.

12 APR 2014

C’è Corte e Corte

Tra pugni e carezze le prigioni del Cav. avvicinano FI e alfaniani

I loro rapporti sono caratterizzati dal silenzio sempre un po’ inquietante degli amori spezzati, appena rilevato dal ronzio di Toti (“Alfano è un cane di taglia piccola che abbaia molto”), da un grido di Quagliariello (“se Berlusconi va agli arresti è colpa di Forza Italia”), da un improvviso soffio gentile di Alfano – “a Berlusconi voglio bene e sono con lui” – che increspa dolcemente la superficie immobile e ringhiosa del centrodestra deflagrato in una nebulosa di partiti. Tra loro il confronto è sommesso, caotico, ancora imprendibile. “Quelli di Forza Italia cercano di ammazzarci”, si lamenta Renato Schifani

11 APR 2014

Speciale online

L'autoannichilimento dell'M5S

10 APR 2014

Io vorrei, non vorrei, ma Alfano…

Dice Anna Maria Bernini: “Insieme si vince, separati si perde”. E insomma par di sentire un rullio di tamburelli nelle notti agitate del centrodestra diviso, in Forza Italia che attende la decisione del tribunale di Milano sugli arresti del Cavaliere magico e umbratile, nel nuovo centrodestra di Angelino Alfano che propone una federazione di centrodestra, tra i Fratelli d’Italia di Ignazio La Russa e Giorgia Meloni che hanno rifiutato di tornare alla corte di Arcore. E la stessa ritorta inquietudine s’avverte persino nell’atomo scisso dell’Udc, cioè tra le quattro mura casalinghe dove Lorenzo Cesa e Pier Ferdinando Casini ormai non si rivolgono più la parola. Il vecchio segretario, Cesa, sta con Alfano, mentre Casini, leader disarcionato, avrebbe voluto regalare lo scudo crociato al Cavaliere già alle europee.

09 APR 2014
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