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Curriculum canaglia

Ma allora, se tanto mi dà tanto, pensano i romani più cinici di fronte all’ennesima nomina fatta dal sindaco in base a un curriculum che invece di svelare nasconde la magagna, non era meglio che Ignazio Marino nominasse a capo dell’Ama un tizio consigliato su passaparola, un cooptato, e persino – quasi quasi – un “figlio di”? Sono giorni tristi, questi, per la paginetta in teoria trasparente che mette in mostra le informazioni utili sull’aspirante lavoratore.

17 GEN 2014

Grillo romba col proporzionale

No, no e no. Tre no dice Gianroberto Casaleggio, calato su Roma, alle proposte elettorali di Matteo Renzi. Tre no in carne e ossa mentre nel mondo impalpabile del web, sul blog di Beppe Grillo, viene solennemente sancito l’avvio della discussione telematica sulla legge elettorale a Cinque stelle, con votazione a tappe, risultato in teoria aperto a qualsiasi capriccio della rete e consulenza del ricercatore Aldo Giannuli (nel ruolo del Virgilio che deve accompagnare gli attivisti certificati attraverso l’Inferno viscido delle riforme).

16 GEN 2014

Chi è Esposito, il democratico che sfida molotov e no Tav

Stavolta non gli hanno scaricato dei polli morti davanti a casa, non l’hanno minacciato al telefono, per lettera o via Twitter (tutte cose già accadute). Stavolta tre bottiglie incendiarie sono state messe direttamente sullo zerbino del senatore piemontese del Pd Stefano Esposito, quarantaquattro anni, una compagna e tre figli piccoli. Un vicino di casa le ha trovate alle sette del mattino, e ha suonato il campanello. Esposito stava cambiando la sua bimba di tre mesi, l’ultima nata, poco prima di portare a scuola gli altri due (ai quali ha poi dovuto spiegare, con tutte le cautele ma anche con tutta la tensione del caso, che cosa fosse successo).

14 GEN 2014

Andate e leopoldizzatevi

Anche il Cav. ha un sindaco nella manica, giovane e thatcheriano

Rinnovarsi per stare al passo con il Pd di Renzi, ha detto il Cav., non avvezzo a celare con fumisterie e linguaggi felpati il pensiero del momento (quello di ieri era: “Spero di essere capolista in tutte le regioni alle europee”). E dunque via libera all’ascesa di Giovanni Toti – puro uomo Mediaset – alla carica di coordinatore di Forza Italia, e via libera a ogni operazione di leopoldizzazione delle energie per la nuova Forza Italia. Lungo questa strada l’altra carta del Cav. è Alessandro Cattaneo, giovane sindaco come Renzi (ma a Pavia).

11 GEN 2014

Ganja style

Sarà la crisi, o forse no, ma la marijuana è il nuovo nero

Era il tema di nicchia (o da evitare in società). Era il tema scomodo. Era il tema che solo a sentirlo nominare gli appassionati di politica sbuffavano come colti da noia abissale. Era il tema che periodicamente spuntava come campo di battaglia da referendum, convegno Onu, provocazione vintage, intervento mattutino di Marco Pannella a Radio Radicale. Era il punto vagheggiato dai candidati meno noti negli incontri pre-elettorali con i giovani; il punto ignorato, per prudenza, dai programmi politici progressisti; il terreno comune su cui si trovavano d’accordo i “centri” politici di questo e quel partito.

09 GEN 2014

Ciao democrazia diretta. Il caso sardo e il ripudio grillino dello sfogatoio web

In principio fu l’assemblea. Come quella del liceo, come quella di un film di Nanni Moretti: l’assemblea come idolo. Ma ora anche i Cinque Stelle, che all’assemblea perenne avevano eretto un altare simbolico, si stanno accorgendo che il cosiddetto “problema di metodo” è di merito: la democrazia diretta non può essere così minuziosamente diretta, pena l’inconcludenza (e, più che altro, l’irrilevanza).

08 GEN 2014

Tanto gentile e tanto onesto è Toti, l’uomo della Leopolda berlusconiana

Nel “cherchez l’homme” che è diventata l’attesa della rivoluzione neoberlusconiana c’è un nome ricorrente: Giovanni Toti, quarantacinquenne direttore di Studio Aperto e del Tg4 nel dopo Emilio Fede, da quasi vent’anni in Mediaset. Non un uomo nuovo nel vero senso della parola. Non ancora un politico e non più soltanto un giornalista, se è vero che da tempo Toti è assiduo al desco di Arcore (le decisioni prese o non prese a tavola sono un aspetto del Cav. che va molto a genio a Toti e viceversa, dice chi li conosce entrambi).

27 DIC 2013

EDB, letterata speciale

Nel mondo delle favole le fate distribuiscono l’antidoto al dolore e alla morte, ma raramente ne parlano senza bacchetta magica. Bisogna vedere allora che cosa succede quando una donna che delle fate ha l’aspetto biondo, i modi gentili e l’obiettivo di portare in superficie ciò che non è visibile si mette a scrivere una storia molto forte in cui la vita, e l’amore per la vita, scaturiscono direttamente dalla lotta per l’adattamento continuo e a volte rabbioso al dolore più grande. Bisogna vedere che cosa succede quando le fate assumono il punto di vista non retoricamente pro life di chi, essendo confinato dall’amiotrofia spinale in una dimensione “non verticale” (cioè senza uso delle gambe), ma vivendo con forza d’animo e ironia al massimo delle proprie possibilità, non riesce a sentirsi una persona che “sarebbe stato meglio non far venire al mondo”, come le dice qualcuno.

23 DIC 2013

Il Joker del Cav.

La carta da gioco con l’anima di metallo affilato, il fiore che spruzza acido, il sigaro esplosivo, il fluido che lascia sul volto delle vittime un sorriso inquietante: sono le armi di Joker, il cattivo intelligente dei fumetti, il folle-non folle con gli occhi bistrati di nero e il ghigno bianco e rosso che improvvisamente si fa sorriso stupefatto di bambino, l’incubo di Batman a Gotham City. Ma una carta da gioco con cuore di metallo e un fiore che lancia acido potrebbero stare benissimo anche nella valigetta dell’ex ministro e professore Renato Brunetta, capogruppo alla Camera del Pdl, prima, e della nuova Forza Italia, poi, e Joker perfetto per la Gotham City delle larghe intese in fase di adattamento all’arrivo di Matteo Renzi.

15 DIC 2013

Tutti gli insulti di Grillo passati in cavalleria da una sinistra che si piace

Che Beppe Grillo sia uno che quando non fa qualche pasolinata (poliziotti unitevi alla piazza e non proteggete questi politici, è l’invito di ieri) si alza e dice “vaffanculo” è cosa nota. E’ il suo marchio di fabbrica, inizialmente pure divertente (poi meno, anche per consunzione mediatica delle solite accuse). Grillo dunque dice “vaffanculo” (dal blog o dal vivo), scomunica, non perdona, non dimentica, si infuria, espelle, esplode a suon di “larve, zombie, morti, ladri” contro i partiti e i giornali e qualcuno si offende, altri ci ridono su.

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