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Il guru e la rete giudicante

Grillini divisi tra espulsioni e ostruzionismo rivoluzionario

Espulsione o rivoluzione: il dilemma fin da ieri mattina attanagliava gli utenti del blog di Beppe Grillo, prodighi di commenti al post che annunciava il voto, in orario di ufficio 9-17, sulla cacciata dal gruppo Cinque stelle della senatrice critica Adele Gambaro, infine espulsa con il 65,8 per cento dei 19.790 voti espressi (gli aventi diritto erano i soliti 48.292, quelli delle Quirinarie, affluenza bassina) e con tanti ringraziamenti “a coloro che hanno partecipato”. Gli altri, i non pochi contrari (34,2 per cento), si sovrapponevano agli attivisti non votanti ma scriventi sul blog del capo, angosciati di “perdere tempo e credibilità” e di sottrarre appunto “energie” alla “rivoluzione” annunciata in febbraio. Leggi l'editoriale Il dito, la luna e Adele G . di Giuliano Ferrara

20 GIU 2013

Agorà grillina

L’altra faccia della Rete, divinità antropomorfa che crea e distrugge entità grilline, si chiama “agorà”: è la sotto-piazza dei Cinque stelle inneggianti a “Grillo il Grande” davanti a Montecitorio, quella che ieri mattina vedeva riuniti non molti (cento? centocinquanta?) attivisti per lo più romani e una serie di parlamentari cosiddetti (dai grillini non ortodossi) “talebani”. Nell’agorà, dunque, gli organizzatori e i convenuti parlano come fossero al villaggio turistico (“ve le dicono queste cose in tv?”, chiedono gli uni; “nooo”, rispondono in coro gli altri).

19 GIU 2013

Grillo voleva fare del M5s la sua Corea del nord, e ora sogna l’Africa

“Io ho una sola voce”, dice Beppe Grillo chiedendo agli italiani “di incazzarsi”, chiuso nella furia e nella delusione da palcoscenico amaro che si ritrova sotto ai piedi. Di Riccardo III, che faceva fuori chiunque gli si frapponesse sulla via della presa del potere, c’è soltanto l’eco, nella sua foga autodistruttiva. Non c’è la forza nera shakespeariana, ed è questo il vero dramma: i suoi avversari non sono veri avversari, i suoi sudditi sono sudditi, e suddito non vuol dire necessariamente amico. Senza la polvere, Beppe Grillo non sarebbe Beppe Grillo, figlio alla lontana di una “caduta”, la cacciata dalla Rai. Anche stavolta la caduta è sul palco, sotto gli occhi di tutti, solo che qualcuno tra il pubblico si è messo a tirare i pomodori.

17 GIU 2013

“Sono io il problema?” Grillo sogna un bel vaffa, la Sicilia gliel’ha mandato

Ve lo avevo detto, oh amici cazzoni, che Gribbels è un comico annoiato e un po' isterico. Mai che diate retta al ciccione. — giuliano ferrara (@ferrarailgrasso) June 12, 2013

11 GIU 2013

Ora a Grillo gli aprono le scatole

“Cammino lento ma inesorabile”, dice Beppe Grillo per consolare se stesso e i suoi davanti ai risultati delle amministrative. Ma la presa di Pomezia nel Lazio e di Assemini in Sardegna (da ieri comuni a Cinque stelle) non riesce a cancellare l’impressione che l’ex comico, alla maniera di Bruce Chatwin, si stia chiedendo sempre più spesso “che ci faccio qui?”. “La scatola di tonno è vuota”, aveva detto infatti, qualche giorno fa, di fronte a un Parlamento “tomba maleodorante” in cui non ci sono, per lui, né veri alleati né veri nemici – ed è questo il dramma per uno che tutto pensava tranne che di trovarsi a fare opposizione a un governo simile al governo Monti ma senza (per ora) l’azione del governo Monti. Leggi anche Sindaci in bici, rivalutare Lombroso

11 GIU 2013

Il polo Rodotà e i soliti feticisti della Costituzione stretti attorno a Rep.

Sono orripilati, angosciati e “sbalorditi”, per dirla con lo Stefano Rodotà che non gradisce l’Enrico Letta potenzialmente semipresidenzialista, i guardiani (e i feticisti) della Costituzione che girano attorno alla festa di Repubblica (in programma dal 6 al 9 giugno, a Firenze) e ribadiscono il loro “no” alla svolta “leaderistica” che vedono in agguato dietro l’angolo, e quel che è peggio anche nel Pd. Ogni giorno è allarme, tra le sentinelle della Costituzione di casa a Rep. (vedi Roberto Saviano e Gustavo Zagrebelsky) e presso la sinistra di area Libertà e Giustizia non più informalmente interventista come nel 2011, ai tempi del Palasharp, quando, al grido di “dimissioni” (del Cav.), sognava neanche tanto segretamente il potere autorevole (forte) che dal Colle tutto sistema.

04 GIU 2013

Bene comune, mezzo gaudio

Gli improperi di Grillo su Rodotà (ah-ah), lo scorno della gauche in Barca

Nella penombra affollata del Teatro Eliseo, dove si svolge l’assemblea-convegno della rivista Left sul manifesto del professor Salvatore Settis, non c’è contezza, fino a un certo punto del pomeriggio, di ciò che sta dicendo là fuori Beppe Grillo contro l’altro professore, Stefano Rodotà, simbolo della sinistra che, con Settis, guarda all’intesa tra associazioni dei “beni comuni”, Sel, Pd di area Occupy e M5s. “Ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra”, ha scritto Grillo sul suo blog, dopo aver letto l’intervista al Corriere in cui Rodotà – ai suoi occhi evidentemente ingrato quanto e più di Milena Gabanelli – dice che l’ex comico “ha sbagliato”.

31 MAG 2013

Disillusione grillina (pubblica e privata). La parabola di Salvo Mandarà

“Lascia Grillo o solo il paese?”. Lì per lì diventa un giallo, la storia dell’illusione-disillusione di Salvo Mandarà, l’ingegnere in aspettativa tramutatosi in cameraman per caso durante lo Tsunami tour e assurto a simbolo del grillismo – l’uno-vale-uno che diventava qualcuno restando uno dei tanti, il soldato semplice che dal tinello parlava con entusiasmo senza crepe, auto-inquadrandosi a tutto campo, con cuffie enormi ed enormi occhiali, e dal camper o dal palco riprendeva pause e comizi, onnipresente e spesso silente, dinoccolato nella neve e nel cappotto troppo largo.

30 MAG 2013

Dopo la batosta

Grillo, il dilemma dello sbarco in tv

Beppe Grillo dopo la batosta non si capacita del paradosso: gli italiani anti casta se ne infischiano dei 42 milioni di euro di rimborsi non ritirati dai suoi eletti. Gira in motorino, Grillo, pubblica i nomi dei “donatori dello Tsunami tour”, si fa inseguire da Tgcom24 e poi dice che il flop “è bellissimo”. Parla sul suo blog di “Italia A” e “Italia B”, la prima che “condanna” il paese al baratro, incollata com’è per convenienza ai partiti cattivi; l’altra coraggiosa, precaria ed elettrice del M5s. Non dice, Grillo, a differenza del suo deputato Riccardo Nuti, che “paragonare le elezioni politiche a quelle amministrative denota ignoranza statistica perché i dati non sono confrontabili”. L'editoriale Il malpartito dei sindaci

28 MAG 2013

Ai caduti

Non c’è il mare cupo dell’esilio a Sant’Elena, con l’orizzonte di pioggia da scrutare, i quattro passi sul ciglio della scogliera e tutta la rabbia che ancora ribolle, anche se lo spauracchio di Napoleone (“vivere sconfitti e privi di gloria è come morire ogni giorno”) ogni tanto s’affaccia, subito ricacciato. Non c’è un’ex diva del muto chiusa nella sua villa in sontuosa decadenza, tra foto dei bei tempi andati e ossessione per la fama troppo in fretta svanita, anche se l’idea di trovarsi in qualche modo su un “Viale del tramonto” ogni tanto s’affaccia, subito ricacciata. Non c’è neppure (per fortuna) un dramma da Prima Repubblica sbaraccata da Tangentopoli. C’è una caduta silenziata, attutita. Un tonfo che non è parso neppure un tonfo. Campi Come si rifà un sindaco

27 MAG 2013
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