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I droni sono il prezzo della riconciliazione tra Obama e i sauditi

Ieri il presidente americano Barack Obama è atterrato in Arabia Saudita per incontrare re Abdullah e riparare le relazioni tra i due governi, messe in crisi profonda dal disaccordo su cosa fare sui dossier Egitto, Siria e Iran. Il tentativo di riconciliazione tra Washington e Riad è stato organizzato in una visita americana a febbraio del ministro dell’Interno saudita Mohamed bin Nayef e secondo il sito Intelligence Online, vicino ai servizi segreti francesi, ha avuto un prezzo: Washington venderà ai sauditi i droni Predator – che finora aveva fornito soltanto ad alcuni suoi alleati, tra cui Gran Bretagna e Italia. Da mesi l’industria General Atomics americana sta negoziando con il ministro della Difesa saudita, Salman bin Abdulaziz, l’acquisto degli aerei senza pilota, che considera il suo prodotto di punta.

28 MAR 2014

Urne di fuoco in Turchia

Erdogan chiude anche YouTube (colpa di un leak su piani di guerra in Siria)

Ieri l’Authority per le telecomunicazioni della Turchia ha bloccato l’accesso nazionale al sito YouTube, che consente di vedere gratis milioni di video su internet. Il provvedimento d’emergenza ordinato dal governo turco arriva una settimana dopo il blocco di Twitter, uno dei social media più usati al mondo, e a soli due giorni da elezioni locali che sono considerate un test sulla popolarità del primo ministro Recep Tayyip Erdogan. L’interruzione forzata di YouTube è arrivata dopo che qualcuno ieri mattina ha caricato sul sito la registrazione audio di un incontro tra alcuni degli uomini più importanti di Erdogan che discutono la possibilità di cominciare operazioni militari contro lo Stato islamico in Siria.

27 MAR 2014

Le convergenze tra il Papa e Putin

Domani il presidente americano Barack Obama sarà in Vaticano per parlare di dossier politici – crisi in Siria e Ucraina soprattutto – con un Papa che, secondo quanto mostrato in questo primo anno, sarà freddo e poco ricettivo con le sue posizioni. La cautela di Papa Francesco con il presidente americano è tale che potrebbe essere scambiata per una convergenza parallela con il presidente russo Vladimir Putin, che in Siria e Crimea è avversario di Washington. In Ucraina i cristiani sono in molti casi schierati contro l’intervento militare russo in Crimea (ora diventata Russia) e a livello locale parlano con urgenza contro l’interferenza di Mosca. Leggi anche Ferraresi Appunti per il Papa su Obama

26 MAR 2014

La Maskirovka di Putin

“L’Amministrazione Obama è molto nervosa”, dice una fonte al Wall Street Journal, perché l’intelligence americana non è riuscita a prevedere che i russi stavano per prendersi la Crimea, la penisola dell’Ucraina passata al governo di Mosca grazie a un’occupazione militare e a un referendum-lampo. Ieri il Wall Street Journal ha pubblicato un pezzo titolato sulla rincorsa tardiva degli Stati Uniti, che tentano precipitosamente di colmare il vuoto d’informazioni e dispiegano la copertura dei satelliti-spia e la sorveglianza delle comunicazioni su Russia, Ucraina e paesi baltici.

24 MAR 2014

Chi aizza l’odio per gli ebrei

Joseph Zissels è il presidente delle comunità ebraiche in Ucraina e racconta al Foglio come prima il governo del presidente Viktor Yanukovich e poi il governo russo stanno sfruttando la carta dell’antisemitismo per i loro obiettivi – nel primo caso era restare al potere, ma è già fallito. “Yanukovich non era una minaccia per noi, prima della rivolta al Maidan. Non era antisemita, ha accumulato una quantità sufficiente di peccati senza che sia necessario aggiungere anche quello. Però, nella sua relazione con gli ebrei, è stato peggio che antisemita perché non ha esitato a giocarsi la carta dell’odio contro gli ebrei nella lotta per restare al potere e abbiamo le prove. Per esempio, su molti siti legati alle autorità c’era molto materiale antisemita, molto più di quello che è circolato in tutti gli anni precedenti sui siti della destra ucraina.

23 MAR 2014

La rivoluzione in Ucraina

Chi erano i cecchini di Kiev? La presunta fonte smentisce il complotto

Kiev, dal nostro inviato. Dal 5 marzo circola questa storia: la strage in piazza a Kiev il 20 febbraio (almeno 70 manifestanti colpiti a morte) è stata fatta da cecchini pagati dall’opposizione e non dal governo. La fonte presunta di questa storia sconvolgente è una sola: si chiama Olga Bogomolets e in quei giorni coordinava i soccorsi ai feriti a Maidan. Bogomolets è citata in una telefonata intercettata tra il ministro degli Esteri estone, Urmas Paet, e Catherine Ashton dell’Unione europea, pubblicata il 5 marzo da Russia Today, il canale satellitare in lingua inglese che difende strenuamente le posizioni del governo di Mosca.

21 MAR 2014

A Kiev, dentro la testa dei C14

Yevhen Karas è il leader dell’ala d’azione del partito ucraino di destra Svoboda che si chiama C14 e secondo il sito German Foreign Policy è fuorilegge. Attraverso un contatto dentro il partito Svoboda nella capitale Kiev è possibile ottenere un appuntamento con lui e un altro membro del gruppo: alle sei di sera in piazza Kontraktova, vicino a un camion con i fiori. Leggi anche A che punto è la guerra per l’anima dell’oriente ucraino tra Kiev e Putin

21 MAR 2014

Prese altre basi in Crimea

A che punto è la guerra per l’anima dell’oriente ucraino tra Kiev e Putin

Kiev, dal nostro inviato . Quello che accadrà dopo l’annessione della Crimea si gioca tutto nelle regioni del sud-est dell’Ucraina. A contendersi l’anima della parte orientale del paese sono in tre. Il governo centrale, il Cremlino e la popolazione locale. Kiev due giorni fa ha annunciato che d’ora in poi i russi avranno bisogno del visto per varcare la frontiera, salvo poi rimangiarsi l’annuncio perché “c’è bisogno di pensarci ancora, è una di quelle situazioni in cui come si dice si prende la misura tre volte prima di fare il taglio”. La mossa sarebbe controproducente anche e soprattutto per l’Ucraina, perché attraverso la frontiera il traffico di merci e lavoro è intensissimo, ed è dettata dalla disperazione del governo transitorio nel vedere autobus carichi di russi venire a manifestare nelle città dell’est per ottenere un secondo “effetto Crimea”, quindi fornire un prestesto a Mosca per intervenire. Leggi anche Raineri Crisi ucraina. Il Live blogging

20 MAR 2014

La lustratcia

Il sistema-stato a Kiev è ancora quello di prima

Kiev, dal nostro inviato. Reshat Ametov è un tataro di 39 anni, muratore stagionale, padre di tre bambini, che la mattina del 3 marzo scorso va a protestare in piazza Lenin, a Sinferopoli – diventato territorio russo nelle ultime 24 ore. I testimoni lo vedono superare un cordone delle “unità di autodifesa”, i volontari crimeani che stanno con Mosca, e fermarsi a parlare con un gruppo di uomini in verde. Una troupe della tv crimeana ATR riprende due uomini in uniforme verde e uno in uniforme nera, tutti senza alcun segno di riconoscimento, che portano via Ametov. La famiglia denuncia la scomparsa alla polizia, chiede notizie di lui per due settimane. Leggi anche Raineri " Il liveblogging da Kiev "

19 MAR 2014

Se la Crimea è l’antipasto

Kiev, dal nostro inviato. “Oggi e fino adesso, ho arruolato 52 volontari”. Un colonnello che si occupa di creare dal nulla la Guardia nazionale ucraina mostra un foglio compilato con la biro, fa scorrere il dito sulla lista, indica con il mento le finestre rigate dalla pioggia che batte sul pomeriggio di Kiev. “Però oggi c’è cattivo tempo, ieri erano di più”. Siamo all’interno di un bar abbandonato trasformato in ufficio reclutamento e dentro c’è il tipico assortimento di uomini che ruota attorno al Maidan, la piazza della rivoluzione ucraina: alcuni in mimetica regolamentare perché sono dell’esercito come il colonnello che sta parlando, altri in una mimetica casereccia perché appartengono alla milizia che ancora non molla l’accampamento – “staremo qui fino al 25 maggio, giorno delle elezioni presidenziali” – altri in abiti civili. Leggi anche Stanevskiy Piazza Rossa o Maidan

17 MAR 2014
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