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La guerra a Donetsk

Ieri il governo ucraino ha annunciato di avere ripreso il controllo dell’aeroporto di Donetsk, occupato a sorpresa dai separatisti nella notte di domenica. E’ stata un’operazione cruenta e sono morti cinquanta miliziani e due civili – secondo il sindaco della città, Oleksandr Lukyanchenko. Il recupero dei corpi è difficile a causa della presenza di cecchini e quattro inviati dell’Osce in città sono spariti e non danno più notizie. L’esercito ucraino sostiene di non avere subìto perdite (intanto grandi proteste in Abkhazia di chi chiede al presidente più integrazione con la Russia).

27 MAG 2014

Presidenziali di cioccolato

I neonazi di Kiev hanno preso l’un per cento, altro che il bluff di Putin

In Ucraina il partito di estrema destra Pravy Sektor ha preso meno dell’un per cento alle elezioni presidenziali di domenica. L’altro partito della destra ucraina che fa paura, Svoboda, ha preso poco più dell’un per cento. La vittoria è andata con un margine ampio all’europeista Petro Poroshenko, tycoon dell’industria dolciaria ed ex ministro anche di Viktor Yanukovich, il presidente cacciato a febbraio da una rivolta di piazza. La ex leader controversa Yulia Tymoshenko è arrivata seconda con un distacco incolmabile. Nelle zone dell’est del paese dove il controllo del governo centrale di Kiev è quasi nullo soltanto 800 seggi su tremila erano aperti per ricevere gli elettori, gli altri erano chiusi a causa delle minacce dei separatisti.

26 MAG 2014

Putsch contro le milizie

In Libia il generale Haftar sfida gli islamisti (su mandato del Cairo?)

Ieri in Libia è stato il quarto giorno dell’operazione Karamah (in arabo dignità), lanciata dal generale freelance Khalifa Haftar per sconfiggere le milizie islamiste, imporre al governo di Tripoli un programma tutto legge e ordine e anche nominarsi uomo forte del paese. Riccardo Fabriani è un analista del gruppo londinese Eurasia specializzato nella valutazione del rischio politico nei paesi del nord Africa e in queste ore è a Tripoli per valutare la situazione in Libia. Al telefono con il Foglio dice che nella capitale la situazione si è calmata, “ieri (domenica) non usciva nessuno e sentivo le esplosioni e gli spari, oggi le attività stanno ripredendo normalmente”.

20 MAG 2014

L’Iran canta vittoria in Siria e le Nazioni Unite contano sempre meno

Nell’intervista con il capo militare di Ahrar al Sham – qui sopra – ci sono almeno due punti che colpiscono perché sono identici a due articoli apparsi (negli stessi giorni) sulla stampa occidentale. Il primo è che l’Iran considera la Siria come il fronte di una guerra che sta combattendo come se fosse una questione esistenziale, mentre l’occidente ha preferito ripararsi dietro una linea “la cosa non ci tange, non ci saranno conseguenze”.

16 MAG 2014

Dopo le bombe al cloro l’accordo sulle armi chimiche è a rischio

L’accordo sulla distruzione delle armi chimiche della Siria raggiunto con la mediazione di Russia e Stati Uniti ora è a rischio, scrive il Wall Street Journal, perché il regime è accusato di averlo violato usando bombe al cloro (come anche il Foglio ha documentato). Secondo i funzionari del governo americano che seguono la faccenda, la Siria ha ceduto il 92,5 per cento delle sue armi chimiche, ma per ora non ha dato nessun segno di voler consegnare il restante 7,5 per cento, quello  più pericoloso.

16 MAG 2014

Siete ciechi? Chiede il jihadista

Come in ogni casa araba le scarpe si lasciano davanti alla porta, si entra scalzi. Come in ogni notte siriana si tira tardi, parlando fino alle due-tre. Esco, non ci sono più le scarpe, rientro. Che scherzo. “Dai, guardate che domattina ne ho bisogno. Oppure volete che vada a incontrare Ahrar al Sham con le ciabatte ai piedi?”. Ahrar al Sham: gli incorruttibili. Uno dei primi gruppi jihadisti a prendere le armi contro il governo del presidente Bashar el Assad, ora è diventato uno dei più importanti. Leggi anche Raineri L'Iran canta vittoria in Siria e le Nazioni Unite contano sempre meno - Raineri Dopo le bombe al cloro l'accordo sulle armi chimiche è a rischio  

16 MAG 2014

Gli ordigni visti da vicino

Il Foglio trova in Siria le prove degli attacchi al cloro del regime di Assad

Premessa. La notte del 21 agosto 2013 più di millequattrocento persone sono state uccise da un attacco chimico con il gas nervino sarin sulla periferia di Damasco. Davanti alla minaccia di un intervento militare americano – che il segretario di stato, John Kerry, definì quasi scusandosi “incredibilmente piccolo” – il governo del presidente siriano Bashar el Assad acconsentì a consegnare il suo arsenale di armi chimiche (destinato a una laboriosa distruzione a cura della comunità internazionale) e a firmare l’ingresso della Siria nella Convenzione sulle armi chimiche. Leggi anche Anche Human Rights Watch usa le prove raccolte dal Foglio Guarda le foto esclusive di Daniele Raineri scattate a Idlib .

14 MAG 2014

Rovesci militari

Obama fa le guerre per procura ma non sa addestrare gli alleati

L’Amministrazione Obama in politica estera fa molto affidamento sul soft power militare, quindi sull’uso di droni e sull’assistenza militare a paesi lontani, alleati (più o meno) e impegnati in campagne di antiterrorismo. L’ultima settimana può essere presa come un esempio di questa linea politico-militare: sabato e domenica Washington ha appoggiato il governo dello Yemen nella campagna di bombardamenti più intensa di sempre contro al Qaida (c’è stato un numero imprecisato di morti, superiore a 40, tra loro anche civili) e martedì ha annunciato l’invio di elicotteri da guerra Apache al governo alleato in Egitto.

25 APR 2014

I freelance di Putin

Lunedì il New York Times aveva in evidenza un articolo che raccontava la certezza dell’Amministrazione Obama sul fatto che le milizie separatiste – o federaliste – nell’est ucraino fossero guidate da militari e da agenti dei servizi segreti di Mosca. L’Amministrazione fa molto affidamento su prove raccolte dal governo ucraino (anche fotografie e video, come riportato dal Foglio) e la portavoce del dipartimento di stato, Jen Pseki, sostiene che sul dossier “non c’è ombra di dubbio”. Ieri però l’inivato del settimanale Time nelle stesse zone, Simon Shuster, dice che la situazione è più confusa, sfumata, complessa.

24 APR 2014

“Pace” tra Hamas e Fatah

Scetticismo per l’accordo tattico tra fazioni palestinesi

In teoria ieri le due principali fazioni palestinesi, Hamas e Fatah, hanno annunciato la fine di uno scisma che dura da sette anni e la formazione di un governo di unità nazionale entro le prossime cinque settimane, un esecutivo che indirà elezioni sei mesi più tardi, a dicembre. Hamas è il gruppo islamista che amministra la Striscia di Gaza ed è in uno stato di guerra permanente con Israele (ieri l’ultimo bombardamento contro un uomo del gruppo Jihad islamico, era in motocicletta a Beit Lahiya, nel nord della Striscia); Fatah controlla l’Autorità palestinese nella Cisgiordania ed è coinvolto in una lunga, estenuante tornata di negoziati di pace con Israele, sponsorizzata dal dipartimento di stato americano: la scadenza dei negoziati è il 29 aprile e l’annuncio di ieri equivale a una fine anticipata. In teoria, si è detto.

24 APR 2014
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