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Avercelo un nonno Assange

Andrea Marcenaro

Vuoi mettere la possibilità di pochi, intelligentissimi, democraticissimi, umanissimi  e sensibilissimi occidentali di poter aprire un dibattito coi fiocchi sul rapporto tra libertà di stampa, segreti di stato, Pulitzer, stragi, arresto del mio nonno, oppure medaglie per il medesimo?

Stavo pensando a quando mio nonno, libero giornalista entrato in possesso dei documenti americani che avvisavano la Casa Bianca sull’attacco giapponese, li passò a Tokyo e al mondo, consentendo così  che l’attacco a Pearl Harbour venisse spostato in data insospettabile; ma consentendo a pochi, intelligentissimi, democraticissimi, umanissimi  e sensibilissimi occidentali di poter aprire, contemporaneamente, un dibattito coi fiocchi sul rapporto tra libertà di stampa, segreti di stato, Pulitzer, stragi, arresto del mio nonno, oppure medaglie per il medesimo, durezza e lunghezza del carcere (che orrore fa a prescindere, eccheduepalle), bavagli all’informazione, guerre mondiali, milioni di morti, genocidi, quantunque di genocidi soltanto uno, ed eventuali affinità tra il compagno Julian Assange e Winston Churchill: un fottutissimo guerrafondaio imperialista il quale in effetti, nel 1941, un nonno Assange l’avrebbe pagato di tasca sua. Per, o almeno così dicono, quell’altra cazzo di Operazione speciale che denazificava un pianeta. 

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.