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Per riformare questi magistrati serve la mano di Dio

Andrea Marcenaro

Sono stati, come categoria, talmente ingiusti, talmente torvi e così volgari che, non essendo stati bloccati, né fritti nell’olio bollente, perfino a Hollywood si sono fatti qualche domanda

Si dice in giro che trent’anni dopo sarebbe arrivata l’ora di riformare, andiamo al sodo, i magistrati. Già. Hanno fatto un Dio di quel furbastro ributtante di Di Pietro, adottato Falcone per massacrarne metodi e idee, trafficato alle spalle del Borsellino ucciso raccontando balle a destra e sinistra sul suo omicidio, salvo appenderne le foto in ufficio; hanno inventato moralizzazioni immorali e illegali facendole passare per benefiche rivoluzioni, massacrato Tortora e appeso una medaglia al merito sul petto dei colleghi delegati al massacro, provocato suicidi senza togliersi il cappello nemmeno davanti alle bare; hanno fatto e disfatto governi, presidenze della Repubblica, premiato infami e distrutto vite, creato segretari di partito, regalato il soffio della vita alle dicerie più unanimi e più invidiose, perciò più plebee. Sono stati, come categoria, perché singolarmente non si può azzardare, talmente ingiusti, talmente torvi e così volgari che, non essendo stati bloccati, né squartati, né fritti nell’olio bollente come carciofi, perfino a Hollywood hanno dovuto chiedersi: è stata la mano di Dio?

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.