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Conte e Grillo, questo pasticcio si chiama democrazia

Andrea Marcenaro

Sarà stata la volgarità intellettuale dei nostri tempi a generare quei due. Resta il fatto che mandare i galantuomini di Santa Maria Capua Vetere a disperdere i gruppi parlamentari sarebbe, letteralmente, indecente

Sarà stata la stupidità della politica di questi tempacci. Sarà stata la volgarità intellettuale dei Massimo Franco, dei della Loggia, delle Gruber, dei Mieli, dei Mentana e degli altri, che ne hanno fatto degli idoli quando, al più, due deficienti purtroppo inevitabili: sia Grillo, pompato alla nascita dalle idee brillantissime di Michele Serra e del Pci, quanto Conte, pompato a sua volta da quelle di Grillo. Resta il fatto che un simile pasticcio si chiama democrazia. Resta il fatto che bisogna rispettarla. Resta il fatto che il compagno Letta non ha ancora strategicamente deciso con quale dei due deficienti sposarsi. Resta il fatto che mandare i galantuomini di Santa Maria Capua Vetere a disperdere i pensatori dei gruppi parlamentari che dovranno scegliere tra l’uno e l’altro sarebbe, letteralmente, indecente. E fortuna vuole che quelli di Boko Haram, laggiù in Nigeria, abbiano altro da fare.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.