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L'Argentina di Messi boicotta Israele

Andrea Marcenaro

Prima il terrore poi i complimenti. Così Hamas ha spaventato la nazionale argentina facendo saltare la partita con la nazionale israeliana 

La nazionale argentina di calcio ha cancellato la partita con la nazionale israeliana programmata per il 9 giugno ad Haifa, in un primo tempo, e spostata poi a Gerusalemme. I calciatori argentini erano stati fatti oggetto di odiose minacce da parte di gruppi organizzati palestinesi e di lettere minatorie in cui venivano minacciati di morte loro stessi e i loro familiari. Hanno avuto paura, hanno deciso di rinunciare all’incontro, la loro federazione li ha coperti e lo stesso presidente argentino, raggiunto al telefono da Netanyahu perché respingesse il ricatto, non si è sentito di farlo. Chi si aspettava un atteggiamento eroico contro Hamas e i suoi epigoni è rimasto comprensibilmente deluso, mentre Hamas si è orribilmente congratulata con Messi e i suoi, dopo averli terrorizzati fino a un attimo prima. Il nome di Messi viene ora entusiasticamente scandito per le strade, non solo di Gaza e della Cisgiordania, laddove pronunciato con qualche disgusto da chi si sarebbe aspettato un atteggiamento più coraggioso. Forse era giusto chiedere più coraggio a Messi e ai suoi ragazzi. Forse. Ma è utile ricordare, in momenti del genere, come lo stesso ricatto venne subito per interi decenni da una grande nazione i cui capitani non vestivano in mutande e maglietta per correre su un prato, bensì in severi completi grigi. Era l’Italia del Lodo Moro.

  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.