Sbronza da Brexit

Edoardo Narduzzi
E’ e sarà un testa a testa fino all’ultimo voto. Il referendum sulla cosiddetta Brexit per decidere la permanenza o meno del Regno Unito nell’Unione europea è entrato nel vivo del confronto politico.

E’ e sarà un testa a testa fino all’ultimo voto. Il referendum sulla cosiddetta Brexit per decidere la permanenza o meno del Regno Unito nell’Unione europea è entrato nel vivo del confronto politico. Nonostante tutte le previsioni catastrofali dei sostenitori del no all’uscita dalla Ue, la vittoria del campo pro Brexit non sarebbe il terremoto raccontato. Il Regno Unito diventerebbe una maxi Svizzera con una qualche forma di trattato speciale che ne regolerebbe le sue relazioni, anche economiche, con l’Europa continentale. Un aggiustamento, forse, come tanti altri già registrati nel corso della storia.

 

Nel frattempo la tensione ha portato al calo, per la prima volta in questo secolo, dei consumi di alcol anche da parte dei sudditi di Elisabetta. Lo scorso anno il consumo complessivo di bevande alcoliche nel mondo è diminuito di 1,7 miliardi di litri pari allo 0,7 per cento del totale del 2014. Un altro segnale debole per interpretare le molte volatilità che stanno da qualche tempo dominando la politica globale: crisi cinese, crisi dell’euro, crollo del petrolio, Siria e Libia e così via. Tengono solo i consumi premium di whiskey giapponese e irlandese e di gin britannico, mentre è letteralmente crollato il consumo mondiale di vodka e di rum a fronte della tenuta della tequila. Nel 2016 i consumi di alcol nel mondo dovrebbero aumentare di nuovo  dell’1,3 per cento e raggiungere i 251,3 miliardi di litri. Fiumi di alcol per festeggiare la Brexit nei pub britannici?

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