Pablo Armero (foto LaPresse)

La violenza della moglie di Pablo Armero

Simonetta Sciandivasci

Come la moglie Maria Elena Bazan punì il marito fedifrago

A volte – e non solo in Sicilia – tra la vita e la morte, le donne scelgono le botte. Maria Elena Bazan, per esempio, quando suo marito Pablo Armero (ex Udinese, ora Bahia) è tornato a casa su cauzione, dopo che la polizia di Miami lo aveva arrestato, avendolo sorpreso, ubriaco, mentre la picchiava selvaggiamente strappandole le extension in una camera d'albergo (“mi ha chiesto lei di tagliarle i capelli!”, ha dichiarato), ha pubblicato un video su Instagram in cui diceva al mondo che se lo riprendeva, “con la mano di Dio, per i nostri figli e i bei momenti vissuti”. Qualche anno fa, lo sorprese con due amiche a pagamento: afferrò un bastone e, come direbbe Vincenzo De Luca, massaggiò la schiena di tutti e tre, coadiuvata da suo padre che, come in una puntata di Narcos o come Mario Brega in “Borotalco”, era arrivato sul luogo del misfatto. Non servì: poco dopo, Pablito fu beccato che sfrecciava, a mille ettolitri all’ora, con accanto una signorina raffinata che offrì 50 euro alla polizia stradale per lasciarli andare. E Maria muta. A casa. Coi figli. I selfie. La tv. Il suo magnifico, minaccioso culone afro-ispanico from the block. Cantano i Baustelle, nell'ultimo disco, di una tale Betty che “è bravissima a giocare con l’amore e la violenza, si fa prendere e lasciare, che cos’è la vita senza”. Sogniamo che Maria sia come lei.

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