Vincino, vignette e profezie

Eh sì, la grande satira vede sempre in anticipo e più avanti. Vincino ci ha lasciati esattamente un anno fa. Ma aveva fatto in tempo a capire il disastro dei gialloverdi al potere

Il 21 agosto 2018, esattamente un anno fa, ci ha lasciati Vincino, editorialista politico” e ritrattista, più che vignettista, del Foglio dall’inizio della sua storia. Non aveva mai smesso, fino all’ultimo, di seguire la politica, le sue evoluzioni clownesche o trucibalde. E aveva fatto in tempo a conoscere uno per uno, osservandoli da vicino, i protagonisti (che oggi, un anno dopo, sembrano pronti ad affondare sul loro Titanic governativo) i nuovi protagonisti della scena italiana, e la lunga, estenuante trattativa per varare il “contratto” tra la Lega e i Cinque stelle, e l’aveva raccontata attraverso i suoi disegni. Intuendo chi dava davvero le carte (o si illudeva di farlo) Conte e Di Maio autisti di Salvini, l’ascesa del Capitano verso il “potere assoluto” rimbalzando sulle schieden del Cav. e della Meloni, Conte vittima dei giochi di taverna, Salvini con l'ossessione del filo spinato. Vignette profetiche, riviste oggi. Ne abbiamo selezionate alcune, per ricordare Vincino (e per salutare l’ex governo “bellissimo”).

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