Perché e quando gli stati preferiscono la guerra alla diplomazia

Spoiler: è tutta questione di costi

Redazione

Carl von Clausewitz, generale dell'esercito prussiano durante le guerre napoleoniche, è famoso per avere scritto il trattato di strategia militare Della guerra (Vom Kriege), pubblicato per la prima volta nel 1832 e mai completato, a causa della morte precoce dell'autore. Una delle sue intuizioni centrali è nella frase "La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi". Policyed, in un semplice video, spiega perché e quando gli stati preferiscono questa opzione. È tutta questione di costi.

   

L'idea generale è che i leader politici – o gli stati – abbiano degli obiettivi che sperano di raggiungere, ma che spesso confliggono con quelli di altri soggetti. Lavorare attraverso il processo politico è un modo per risolvere i disaccordi; andare in guerra è un altro. Lo scenario migliore è quello in cui si può ricevere qualcosa senza costi, ma accade raramente se non mai. Lo scenario migliore successivo è quello in cui si può usare la diplomazia per vincere e ottenere quello che si desidera. Il caso peggiore è dover rischiare vite, risorse e potere politico attraverso l'uso della forza per ottenere ciò che si vuole. Ma spesso calcolano male la propria possibilità di vittoria.

 

Quando non si può ottenere ciò che si vuole attraverso i mezzi politici, si giudica il costo per raggiungere il proprio obiettivo attraverso l'uso della forza militare. La prevenzione del conflitto armato richiede un aumento del costo dell'uso della forza. Fino a che il costo di un conflitto armato non sarà proibitivo, i conflitti continueranno.

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