Diciotti, Salvini: no al processo, decisione d'interesse pubblico

Sulla Sea Watch parziale dietro front: sbarco se vanno all'estero

    Milano, 29 gen. (askanews) - "Possono farmi anche 15 denunce al giorno ma io continuo a fare quello che abbiamo fatto finora come squadra".

    Non è un riferimento casuale quello fatto dal vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini durante la conferenza stampa per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge sulla Quota 100; non ha voluto rispondere a domande che riguardano la vicenda della nave "Diciotti" e la sua incriminazione, ma Salvini ha in un certo modo rivendicato ogni sua azione imputandola però all'operato condiviso dell'esecutivo giallo-verde. Un modo per dire: lo abbiamo fatto insieme.

    Intanto, dopo aver in più di un'occasione ribadito di essere pronto al processo per aver impedito nell'estate 2018 lo sbarco di migranti dalla nave italiana - motivo per cui il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti per il reato di "Sequestro di persona" - ora Salvini è tornato sui suoi passi, chiedendo al Senato di negare l'autorizzazione perché - ha scritto in una lettera al Corriere della Sera - la decisione è stata presa "nell'interesse pubblico" e nell'ambito delle attività connesse alle sue funzioni di ministro dell'Interno.

    Immediate le reazioni. Se il Pd attraverso il suo ex segretario Maurizio Martina chiede che Salvini "cuor di leone" si difenda "nel" processo e non "da esso", Forza Italia - che pur annuncia di votare No al processo - punta il dito verso un Movimento 5 stelle "soffocato tra giustizialismo e governo".

    E in effetti sono proprio i pentastellati l'ago della bilancia. Se il deputato Emilio Carelli, infatti, tiene sospeso il giudizio sull'opportunità di votare o meno l'autorizzazione a procedere, il ministro Toninelli non ha dubbi: fu una decisione presa da tutto il governo, quindi nessuno andrà a processo.

    Ma non è tutto. l'altro dossier caldo sul tavolo è quello della nave olandese Sea Watch, ferma da 11 giorni al largo di Siracusa in attesa di una decisione sullo sbarco dei 47 migranti a bordo, fra cui 13 minori non accompagnati.

    Dopo un lungo tira e molla Salvini ha dato un via libera di massima allo sbarco ma solo a condizione che i migranti vengano presi in carico da Germania e Olanda. La Ong tedesca, intanto, ha presentato una diffida alla Procura di Siracusa per far sbarcare i minori e si è rivolta alla Corte Europea dei diritti umani affinché valuti se il governo italiano, col suo operato, stia violando i diritti fondamentali delle persone soccorse.

    A cura di Askanews