Ansa

Una fogliata di libri

Ceffoni “stimolanti”? Anche no, grazie. Lettera da uno shampoo

Marina Corradi

“La ricchezza disonesta accumulata deruba i poveri”. Dopo le parole dell'arcivescovo Delpini non c'è stata la reazione aspettata. Milano è una giostra di dehors, di torri a 8.000 al mq, di monopattini in contromano che sfiorano i vecchi, ma basta, almeno, con quei sorrisi

Dicembre. Ora un’ansia torrentizia, ora una malinconia impotente, a seconda dei quartieri, percorre Milano. L’inchiesta che aveva portato ai domiciliari grandi costruttori e funzionari del Comune, sgonfiata come una gomma bucata. Tuttavia, seraficamente, i magistrati hanno posto sotto sequestro altri due cantieri, vistosi e, ritengono, disinvolti. Ancora, da Palazzo di Giustizia si ribadisce che una decina di grandi firme produce borse da 2000 euro in capannoni dove lavorano, dormono, mangiano, operai cinesi in profondo nero. Singolare come in Montenapo non si accorgano che quelle borse gli costano appena cento euro l’una. Ma si sa, qui siamo tutti così indaffarati.

 

A Sant’Ambrogio l’arcivescovo Delpini ha mandato a dire due o tre cose. Fra le altre – necessariamente sintetizzate: A) “Chi cerca casa in città si vede chiudere le porte in faccia. Sembra che la città non voglia cittadini. Si usano le case per fare soldi, invece che per ospitare persone”. B) “Nella capitale della finanza si riconoscono i peccati capitali della finanza, intesa come l’astuzia di far soldi con i soldi”. C) “La città diventa appetibile per chi ha molto denaro da riciclare. Il denaro sporco, con il suo fetore di morte, invade la città grazie a persone contagiate dall’indifferenza o dalla avidità”. D) “La ricchezza disonesta accumulata deruba i poveri, non si cura dei senza tetto e delle famiglie impoverite”.

 

Fossi stata io in sant’Ambrogio con una fascia tricolore, mi sarebbe parso un pelo e contropelo. Invece, il governatore Fontana: “Un richiamo alla responsabilità”. Sala: “Discorso aperto alla speranza”. Sì, speranza, però lui è qui da due mandati. Milano è una giostra di dehors, di torri a 8000 al mq, di monopattini in contromano che sfiorano i vecchi: “Va’ a dar via i ciapp”, si sente allora gridare in milanese, e sembra poesia. Ma basta, almeno, con quei sorrisi, mentre ti hanno appena fatto lo shampoo. Ti prendono a ceffoni? Tu: “Discorso stimolante”. E’ il savoir faire dell’A.D. 2026, a Milano.

Di più su questi argomenti: