Una Fogliata di libri

La profezia della luce

Roberto Paglialonga

La recensione del libro di Emmanuel Exitu edito Bompiani, 298 pp., 18 euro

C’è tutta l’umanità che cammina assieme ai “Magi” verso la grotta di Betlemme. Il curioso, lo scettico, il sapiente, il violento, la pentita, l’entusiasta, i paurosi, gli sciocchi. Ciascuno con il suo carico di ferite e di speranze,   con il suo desiderio  di andare a “vedere”, di non volersi arrendere, infine, ai soli confini della ragione. Perché quel cammino, avventuroso, rischioso ma elettrizzante, è la scoperta dell’impossibile che si fa possibile. Duemila anni fa, o adesso e in ogni tempo. Impossibile che Dio – se mai esiste – possa pensare di farsi carne; che una donna “che non conosce uomo” rimanga incinta; che i pianeti danzino nel firmamento per indicare che il Messia è nato, in un luogo esatto, in un momento preciso della storia. Eppure…

 

Emmanuel Exitu, con il suo nuovo libro "La profezia della luce" – dopo il precedente successo, "Di cosa è fatta la speranza", vincitore del premio Comisso – spinge il lettore in groppa al cammello, per le piste del deserto della Parthia fino a Palmira e giù, “al più piccolo capoluogo di Giuda”, per cercare la risposta a certi segni apparsi in cielo, in terra e nelle scritture. Assieme a Melkhior, sacerdote devoto ad Ahura Mazdā, ormai cieco, ma ancora capace di interpretare gli astri, sicuro che sia finita l’attesa del “Giusto” che salverà tutti dalla morte; al sanguinario Balthasar, “il re dei cinque deserti”; a Gasphar, giovane nobile, che vive unicamente per vendicare il padre, ucciso proprio da quest’ultimo. Non tre idilliache figurine da presepe, ma uomini scossi dall’esistenza, veri. Che, muovendo da storie e percorsi diversi, accompagnati dal piccolo Nabu e dall’affascinante Yumah, oltre che da una carovana di canaglie e mercenari, lasciano almeno aperta la fessura del dubbio: e se fosse tutto vero? Inestirpabili le inquietudini del cuore, ineludibile la ricerca. Allora. Oggi.

 

La scrittura incalzante, senza fronzoli, e un racconto poetico, ma non al miele, pieno di peripezie, crudeltà e folgoranti momenti di gioia, amicizia, amore, trascinano corpo e anima in quella terra dove l’“attesa” si è radicata nella storia, facendo divenire la fede – diceva Benedetto XVI – “un tutt’uno con la nostra carne e il nostro cuore”. Fino a quando ciascuno, superati gli “Erodi” che ostacolano il traguardo – ma forse aiutano a raddrizzare la rotta –, arriva all’impatto con la sola verità che consola. Per restare folgorato da quello sguardo che smaschera e ridona a vita nuova. Non parole, valori, buoni sentimenti: semplicemente Gesù. “E’ lui il regno, è quel bambino”, nato da una madre come tutti, in una famiglia come tante. L’attrattiva reale di qualcosa che non c’era – non poteva esserci, la logica non lo permette! – e che si fa invece presenza. E che da allora si ripete “in nomi facce cuori”, e rende “tutti belli”, dice Miryam alla fine, quelli che incontrano suo figlio. E bruciano, perché non sono più soltanto luce, ma fuoco.

   

Emmanuel Exitu
La profezia della luce
Bompiani, 298 pp., 18 euro

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