Una Fogliata di libri
La balia di Bacon
La recensione del libro di Maylis Besserie edito da Voland, 216 pp., 19 euro
Libro curioso e affascinante La balia di Bacon. Lo pubblica Voland, che di Maylis Besserie ha già editato due volumi. Le sue pagine, come sempre, associano lavoro di documentazione e invenzione letteraria. Qui ci dividiamo tra due punti di vista che restituiscono i momenti salienti della vita del pittore inglese. Da una parte, quasi con piglio orale, come se qualcuno li avesse riesumati da vecchie bobine ritrovate in una soffitta, vengono srotolati i ricordi della famosa “Nanny”, Jessie Lightfoot, la balia che fin dai primi anni di vita si è occupata dei bimbi di casa Bacon, e che accompagnerà Francis per tutta la vita. Dall’altra, è lo stesso Bacon (“Francis”) a parlare e a descrivere in maniera secca e assai furiosa alcuni dei suoi dipinti.
Nel libro, vita e opera sembrano spesso interagire in maniera dialettica; scorrono parallele, come se i quadri traessero la loro origine dalle esperienze di vita. Aspetto certamente corretto; risuona il legame tra le figure dipinte e la dimensione biografica. Si prendano le prime pagine, ambientate nella tenuta irlandese. La madre è distante. Il padre, il terribile “Capitano”, si è reinventato allevatore di cavalli. Nell’aria la polvere è ovunque, peggiorando l’asma del piccolo Francis. Il genitore non può soffrire questo figlio delicato, dai modi effeminati. Così lo punisce appena può, facendolo frustare dai garzoni nelle stalle. Queste pagine sono seguite dalla descrizione del quadro Uomo inginocchiato nell’erba; come se quella massa a quattro zampe tra gli steli fosse la sua, in attesa della punizione. Il masochismo di Bacon è a tutti noto.
Eppure, questa disposizione, strettamente biografica, corre il rischio di attutire l’importanza del caso nel suo gesto pittorico. Besserie non lo dimentica ed è abile a muoversi tra i due poli: i dipinti, a volte, non si sa come giungano a compimento; attraverso chissà quali trasformazioni della figura. In alcune pagine, la voce di “Francis” ricorda i misteri della creazione e i numerosi dipinti perduti (“Li distruggi spesso, passandoci accanto”). E quando “Nanny” muore, le pagine si trasformano in un soliloquio: una parata di quadri. Un tocco con violenza è il titolo di un documentario su Bacon. Vita violenta, la sua. Violenza delle bocche spalancate che si ricorrono nelle sue tele. La bocca di Nanny invece era sottile, “una fessura da salvadanaio”. Quasi cieca, dormiva in cucina tra i fornelli e il frigo. Non ci sono sue foto tra le pagine. Se la cercate, vi imbatterete in una vecchina dagli occhialini tondi: potrebbe essere una “signora omicidi”. Bacon l’amava d’un affetto che si deve a una madre. E a una complice.
Maylis Besserie
La balia di Bacon
Voland, 216 pp., 19 euro
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