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una fogliata di libri - overbooking

Sì, i libri sono roba (anche) da cristiano

Antonio Gurrado

L'opinione pubblica a Milano è rimasta colpita da un sacerdote che da circa un decennio si confronta con numerosi fedeli per discutere su "libri veri" e non paccottiglia per fare proselitismo. Marilynne Robinson, Ignazio Silone o Antonia Pozzi sono gli autori in programma da novembre 2025 a maggio 2026

Addirittura un intero articolo sul Corriere è stato dedicato all’iniziativa di don Paolo Alliata, parroco dell’Incoronata a Milano, che da un decennio riunisce fedeli e curiosi in un gruppo di lettura. Più della notevole circostanza che centinaia di persone si incontrino per discutere di Marilynne Robinson, Ignazio Silone o Antonia Pozzi (fra gli autori in programma da novembre 2025 a maggio 2026), pare colpire l’opinione pubblica il fatto che un sacerdote legga, di più, che un sacerdote si confronti col pubblico su libri veri, non paccottiglia per fare proselitismo. Vige ahimè una solida tendenza editoriale a confinare i libri per cattolici in un recinto di edificazione e testimonianza che è un sottoinsieme dello scaffale “spiritualità”: esempi preclari ne possono essere, da un lato, i bestseller di don Luigi Maria Epicoco, che ha intitolato Prega, mangia, ama (San Paolo, 208 pp., 16 euro) degli esercizi spirituali sul Vangelo di Luca non immemori della narrativa self-help di Elizabeth Gilbert; dall’altro, la grafomania di Bergoglio, diluita in mille rivoli cui hanno attinto, nel solo anno in corso, diciotto case editrici.

Ne è corollario la pigra identificazione degli autori cattolici come una categoria a parte, con un pubblico differenziato e una bibliografia limitata, e non come autori tout court che sono anche cattolici; donde la sorpresa collettiva per un parroco in grado di conversare su Flaubert e Steinbeck. Qui sta invece il coraggio di don Paolo e il motivo delle sue adunate oceaniche. Il cattolicesimo non è una setta, quindi il cattolico vive nel mondo e cerca i luoghi – come recita la denominazione del gruppo di lettura – “dove Dio respira di nascosto”.

Credere non significa bardarsi coi paraocchi ma cercare di cogliere un senso di Dio in ogni bellezza e in ogni deriva; comprendere che pertanto c’è forse più cristianesimo da scavare negli abissi del finale di Furore che nei pensierini di Viva la poesia! o di Maria, la più bella del mondo. Si rischia altrimenti di reiterare la macchietta eternata due secoli fa in un sonetto del Belli: “Che ppredicava a la Missione er prete? / Li libbri nun zò robba di cristiano: / fijji, pe ccarità, nnu li leggete”.

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