
Una Fogliata di libri
Pescatore di perle
La recensione del libro di Alain Finkielkraut edito da Feltrinelli, 208 pp., 18 euro
Walter Benjamin amava collezionare citazioni le più diverse, così Hannah Arendt in un suo studio dedicato al filosofo e scrittore lo paragonò a “un pescatore di perle che si cala nelle profondità – per carpire agli abissi quanto di prezioso e raro posseggono”. Alain Finkielkraut, nato a Parigi nel 1949, che per decenni ha riempito quaderni di citazioni, è affascinato da questa immagine e come propria testimonianza e bilancio umano e intellettuale ha scelto per il suo libro un numero ristretto ma significativo di citazioni-perle pescate da filosofi, pensatori e maestri di vita frequentati nel percorso di maturazione del suo pensiero. Queste perle, che malgrado il passare del tempo hanno conservato tutta la loro lucentezza, sono riprese dall’autore e ciascuna di esse viene proposta al lettore con un ampliamento, uno sviluppo e un arricchimento di contenuto filosofico, storico, emotivo personale che le rende ancora più splendenti.
Le perle che Finkielkraut decide di mostrarci, utili – precisa – a destare il pensiero dal sonno, sono di esponenti della cultura mondiale: grandi poeti, scrittori, filosofi, storici, politici come Valéry, Canetti, Kundera, Thomas Mann, Virginia Woolf, Solgenitsin, Levinas, Arendt, Nietzsche, Bloch, De Tocqueville e De Gaulle.
Le frasi di personalità “che aprono la via” toccano argomenti di universale coinvolgimento, destinati a essere affrontati da ognuno di noi nel corso della propria esistenza: l’amore, la morte, l’istruzione, il razzismo, la politica, la guerra e i cambiamenti storici. E offrono chiavi di lettura non scontate per l’oggi. Vale per la guerra in Ucraina: “Ci ricorda anche – scrive Finkielkraut – che l’Europa non è solo una costruzione in perpetuo divenire, ma una civiltà preziosa e deperibile”. Come per l’antirazzismo: “Legittimamente eretto a principio fondamentale della morale politica all’indomani della caduta del Terzo Reich, non conduca a criminalizzare ogni chiusura delle frontiere, ogni politica di assimilazione, ogni distinzione tra l’ospite e l’ospitato e diventi, a alla fine, arma di distruzione di massa di ogni nazione così come dell’Europa”.
Finkielkraut nell’esporre la propria e maturata comprensione della vita e del mondo chiarisce due punti fermi, senza richieste di indulgenza, quasi a comunicare con franchezza ai lettori un patto di lealtà e di intesa. Il primo punto riguarda il suo essere ebreo “sionista”. Il secondo è un’affermazione di grande valore civile e morale, quando scrive: “Non cerco mai di provocare ma solo di capire”.
Lo spessore e l’intensità dello scrivere dell’autore sono ravvivati dalla possibilità di lettura non necessariamente da fare in sequenza, dall’opportunità di scegliere la “perla” in sintonia al vissuto del momento, scelta che ne permette ancora maggiore godibilità.
Alain Finkielkraut
Pescatore di perle
Feltrinelli, 208 pp., 18 euro

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