
Una Fogliata di libri
Anatomia della battaglia
La recensione del libro di Giacomo Sartori edito da TerraRossa, 270 pp., 17,90 euro
L’Italia talvolta è sembrata e spesso sembra una repubblica fondata sulla rimozione più che sul lavoro (su di sé). Così il fascismo, il culto manieroso o speranzoso del e l’imbarazzo risentito per continua a tenere banco tra psicosi collettive, vaneggiamenti nostalgici, agende pubbliche e chiacchiere da bar. Purtroppo, in questo non voler fare i conti col passato, in maniera radicale, ci guadagnano molti e ci perdono tutti. Non diventa possibile un autentico dibattito nazionale e si continua a rimaneggiare odio o superbia rendendo impossibile, per fare un esempio, un museo davvero riflessivo e non appannaggio di pensieri precostituiti e non critici. Il merito del libro di Giacomo Sartori che riesce per Terrarossa – e per il quale ha ben detto Helena Janeczek “è forse uscito anzitempo rispetto alla fortuna delle autofiction” distinguendosi per “l’assoluta mancanza di autoindulgenza” – è quello di segnare un momento di ulteriore analisi rispetto al tema dell’uccisione simbolica del padre che non riesce però a disarticolare le strutture patriarcali che, piuttosto, propaga. Le parole – cito uno per tutti: Federico Fellini – che hanno fatto riflettere su certa diffusa adesione tornano utili in questa storia in cui la voce narrante fa i conti con un padre impenitente “nero” con il culto superomistico della forza e dell’alpinismo “come terreno privilegiato per mostrare la propria audacia e il proprio spirito di sacrificio”.
Leggo: “Mio padre era una persona mite e piuttosto timida, ma quando parlava del fascismo gli spuntavano due pieghe dure ai lati della bocca” a cui segue una genealogia del disprezzo che non risparmia nessuno, laico o no, a sinistra e a destra, “un rancore denso e compatto”. Ma la dimensione dell’uccisione paterna (padre e patria, non serve ricordarlo, sono frutti di un albero con la stessa radice), in senso freudiano, ha un che di antropologicamente storico qui. Come ha ricordato Roberto Carnero, “l’addio al padre è, in fondo, il congedo dal Novecento, un secolo rivisitato nelle sue guerre, nei disastri ambientali, negli odi e nelle tensioni più o meno recenti”. In questo caso, la sottrazione genitoriale è un vero ammutinamento fisico come a dire che chi ha il mito della supremazia è destinato a vincere e perdere da solo.
Giacomo Sartori, che è un agronomo nato a Trento ma trapiantato a Parigi con un passato di romanzi tutti molto originali, meritava per questo libro una nuova primavera in libreria e store invece della caccia ai remainders.
Giacomo Sartori
Anatomia della battaglia
TerraRossa, 270 pp., 17,90 euro

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