Una fogliata di libri

La furia

Cristina Marconi

La recensione del libro di Alessandra Carnaroli edito da Solferino (240 pp., 16,50 euro)

Sono pensieri neri e vivissimi quelli che Alessandra Carnaroli registra nel suo La furia, una raccolta di racconti interconnessi in cui voci di donne appartenenti a un mondo raramente rilevato dai radar della letteratura emergono con la chiarezza smozzicata delle intercettazioni. Carnaroli, già autrice di fortunate raccolte di poesie come 50 tentati suicidi più 50 oggetti contundenti (Einaudi 2021), torna sul tema dell’infelicità femminile con un linguaggio compatto che deve molto al ritmo poetico e in cui spicca un uso sapiente di immagini inconsuete e piene di ironia, che illuminano storie desolate e grottesche alla luce fortissima dei desideri. Come tante piccole Molly Bloom di provincia – ma il pensiero va anche a certe pièce di Samuel Beckett e alle Talking Heads di Alan Bennett – le protagoniste di La furia  non hanno nessuna intenzione di mettersi in posa sulla pagina e non fraintendono il racconto di sé con la dissimulazione cui spesso la vita già troppo spesso le costringe, per assecondare i caratteri degli altri, le aspettative della mediocrità che, sembra ricordarci l’autrice, rappresentano il quotidiano di molte, nella versione autentica e non rarefatta di quei tinelli diventati sfondo ormai logoro di molta letteratura e cinema. “Dovevo scrivere un libro che raccontava di come viviamo noi donne, di chi ci fa male e di chi ci fa bene, delle donne che stanno bene e di quelle che soffrono, della violenza di certi uomini e dell’amore di altri”, spiega miranda (con la minuscola), che sogna una vita da scrittrice ma fa la baby sitter e che per questo è il bardo, o la bardessa, ideale per addentrarsi nel mondo delle “donne come ce ne sono tante”, un po’ figlie della crisi, imperfette, razziste e No vax, spesso deboli ma feroci nei desideri, madri di bambini malati, anoressiche, bulimiche, innamorate trascurate e costrette ad abortire o a tenere creature che non vogliono, a preoccuparsi per la cervicale o la tiroide o la violenza domestica o lo sguardo lascivo di uomini orribili. Le incomprensioni in cui finiscono stritolate sono gli spigoli di quel miscuglio di ordinario domestico, culto della normalità, stupidità personale e prepotenza altrui, usanze e ipocrisia in cui si può affondare con facilità, vittime inconsapevoli e un po’ sventate. Una carrellata di anti eroine che Carnaroli ci lascia spiare e con cui finiamo per simpatizzare mentre leggiamo della loro vita disperata si, ma solo un po’. Una vita, spiega una di loro, “di cui mi ritengo soddisfatta al novanta per cento”. 

   

Alessandra Carnaroli
La furia
Solferino, 240 pp., 16,50 euro

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