Una Fogliata di libri

Lo stato del mare

Massimo Morello

La recensione del libro di Tabitha Lasley. NR edizioni, ‎219 pp., 17,10 euro

"I robot non muoiono, non hanno sindacato”, dice un subacqueo che operava sulle piattaforme petrolifere. Il petrolio offshore è sempre più profondo e quelli come lui, che s’immergevano nelle acque del Mare del Nord, sono stati rimpiazzati dai Rov, i remotely operated vehicle, sempre più autonomi ed efficienti. Lo stato del mare, il titolo del libro di Tabitha Lasley mi aveva fatto ripensare alle storie perdute di quei palombari, che prima d’invecchiare o di morire, divennero protagonisti di una grande avventura. Rischiavano, si arricchivano e dilapidavano. In genere con donne o al gioco. Ai loro tempi d’oro, negli anni Ottanta, gli italiani li incontravi nei night club della Milano da bere.

“Spendevano un sacco”, scrive Tabitha di quegli uomini che non ha incontrato ma dei quali avrebbe voluto scrivere. Quelli che ha incontrato e di cui scrive sono gli operai delle piattaforme, un “lavoro in cui si guadagna ancora bene per le classi basse”.  Erano loro le cavie perfette del suo esperimento letterario-esistenziale: “Volevo vedere come sono gli uomini quando non hanno donne intorno”. In realtà anche questa è una contraddizione dell’autrice. Perché non li ha visti sulle piattaforme, bensì ad Aberdeen, dove non era l’unica donna. Nei pub del porto scozzese sul Mare del Nord era l’unica giornalista e cercava di dimostrarsi “più tosta”. Si presentava come la protagonista di un’action novel, spesso ubriaca, a volte fatta, sempre un po’ disperata, quasi volesse porsi sullo stesso piano di uomini che “non andavano in terapia” ma si suicidavano buttandosi dalle piattaforme con le tasche appesantite dagli attrezzi. Sembra che ad Aberdeen cercasse conferma all’idea che “le piattaforme erano come caserme: territori tutti maschili dove si diffondevano paranoie antifemminili”. E alla fine l’ha trovata, una conferma, facendosi coinvolgere in una relazione con uno di quegli uomini, sconclusionato e sposato. 

Tra tutte queste incertezze e contraddizioni Tabitha, giornalista a caccia di storie, trova anche la sua storia nella descrizione di uno stile di vita, di una condizione dell’essere. Questo è il vero significato di State, lo “stato” del titolo. La condizione di una nuova classe operaia, sempre più alienata. Ricorda uno degli intervistati: “La tua qualità di vita era appesa al rispetto da parte di ognuno di alcune regole basilari di cortesia: pulisci lo sputacchio dal lavandino dopo che ti sei lavato i denti; togli il tuo piscio dalla tavoletta del cesso”. Oggi sembra che anche quelle regole siano infrante.

 

Lo stato del mare
Tabitha Lasley
NR edizioni, ‎219 pp., 17,10 euro

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