Tre anelli

La recensione del libro di Daniel Mendelsohn, Einaudi, 120 pp., 16 euro

Tre anelli (Einaudi) è un racconto di cerchi, in cui è nascosto un mondo intero di letture, una riflessione sul valore assoluto della narrativa. Lo firma Daniel Mendelsohn, critico letterario già vincitore del Prix Médicis con Gli scomparsi e di Un’Odissea, un’emozionante rilettura dell’opera omerica.
Le pagine di Mendelsohn sono dense di spunti e in questo libro – nato da una serie di conferenze tenute all’Università della Virginia – affronta la tecnica letteraria della composizione ad anello, in cui “la narrazione sembra allontanarsi in una digressione (il punto di partenza è segnato da una linea formulata o da una scena standard), anche se la digressione, questo apparente allontanamento, si rivela alla fine essere un cerchio, poiché la narrazione tornerà al punto preciso da cui si è allontanata”. 

Mendelsohn si distanzia dalla traccia principale solo per poi farvi ritorno, creando un tessuto narrativo di interconnessioni nel quale il lettore si ritrova immerso, avvolto da un senso di protezione, facente parte del Tutto. Ciò viene reso con un linguaggio colto, onirico e suggestivo che risulta sempre godibile, intriso di una dolce malinconia mentre i cerchi si fanno via via più ampi e dalle pagine emerge un chiaro omaggio a Jorge Luis Borges – e al suo giardino dei sentieri che si biforcano – e all’opera di Italo Calvino, fra le suggestioni metafisiche e la ricerca dell’esattezza della parola, una battaglia necessaria, oggi più che mai. 

Al contempo, il libro racconta la vita di tre autori in esilio, riflettendo sul compito della narrativa: Erich Auerbach, un ebreo tedesco che criticò Hitler e trovò rifugio a Istanbul, nel 1936; lo scrittore e accademico tedesco, W. G. Sebald, che visse in un esilio autoimposto nel Regno Unito, richiamando i temi di Odisseo. E infine, il teologo francese François Fenelon, che scrisse delle avventure di Telemaco alla ricerca del padre Ulisse, criticando il potere del Re Sole. 

L’ottavo libro di questo autore è un delizioso miscuglio di critica, biografia letteraria e memoir. Il lettore che gli si affida ciecamente (grazie alla traduzione di Norman Gobetti) è destinato a compiere un viaggio unico nel suo genere che principia con la storia degli antenati ebrei dello scrittore, uccisi vittime dell’Olocausto. Tre anelli è un sentiero che sa essere crudo e doloroso nel modo in cui affronta le emozioni e il senso della finitezza di tutte le cose. (Francesco Musolino) 

 

Tre anelli

Daniel Mendelsohn
Einaudi, 120 pp., 16 euro