Una fogliata di libri

Attraverso spazi aperti

Francesca Pellas

La recensione del libro di Barry Lopez. Edizioni Black Coffe, 204 pp., 16 euro

C’è qualcuno che, al pari degli americani, abbia nella propria letteratura un legame altrettanto antico e profondo con la natura? Difficile stabilirlo non conoscendo ogni anfratto del mondo da che la letteratura esiste, ma verrebbe comunque da rispondere di no. Quello americano tra scrittura e territorio, e tra terra e cielo, è un legame enorme che in alcuni casi (gli scrittori di origine indigena) viene dagli antenati, in altri (se si discende da chi è arrivato poi) deriva direttamente dalla consapevolezza del predominio della natura sull’uomo che chi cresce in America non può non possedere. Per esempio: la stessa esistenza della città di Los Angeles nasce da un furto, quello dell’acqua portata fin lì artificialmente; i californiani sono i primi a saperlo, che se l’uomo toglie poi la natura riprende (lo dimostrano gli incendi e le secche sempre più frequenti). Non si vince contro il lato selvaggio della vita, e in America meno che mai.

 

Ecco perché i suoi scrittori hanno con la luce, con il paesaggio, con i movimenti grandi come con quelli impercettibili una comunione che è fuori dall’ordinario. Fa parte dell’essere circondati da spazi aperti: anche quando crescono in città e il loro orizzonte sono distese di palazzi, sanno comunque che la terra che chiamano casa, là fuori, è immensa, fatta di sei fusi orari, tre oceani (Atlantico, Pacifico, Artico), e deserti e foreste, catene montuose e grandi laghi. E questo forma una cartografia interiore che non può non avere conseguenze sulla mente e sulla letteratura. Un esempio gigantesco in questo senso era Barry Lopez, scrittore naturalista tra i più stimati e importanti, vincitore del National Book Award nel 1986 per Sogni artici. Mancato a Natale 2020, Lopez aveva viaggiato in tutto il mondo, mettendo sempre al centro della sua indagine il rapporto tra le culture umane e la natura selvaggia. Finora in Italia era stato pubblicato in maniera discontinua e da editori diversi. Da poco però è tornato in libreria per la collana “This Land” di Edizioni Black Coffee, con la raccolta di saggi Attraverso spazi aperti (tradotto dall’editrice Sara Reggiani).

 

Quando è morto, Margaret Atwood (che era stata insieme a lui in viaggio in Alaska) ha detto: “Incontrare Barry significava entrare in una dimensione nella quale si parlava una lingua in via di estinzione: il linguaggio della nostra connessione profonda con il mondo naturale; Barry quel codice lo conosceva bene, e lo stava rinnovando. Era un profeta delle terre selvagge (anche se lui non le avrebbe mai chiamate così)”.

 

Attraverso spazi aperti
Barry Lopez
Edizioni Black Coffe, 204 pp., 16 euro


 

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