una foglia di libri

L'esistenza di Dio. Storia della prova ontologica da Descartes a Kant

Maurizio Schoepflin

La rencesione del libro di Emanuela Scribano. Carrocci, 292 pp., 26 euro

Nel 1078, nell’opera intitolata Proslogion, Anselmo d’Aosta (1033-1109), grande filosofo, santo e dottore della Chiesa, propose quella che sarebbe passata alla storia come la “prova ontologica”, o a priori, dell’esistenza di Dio. È un’argomentazione attraverso la quale si intende dimostrare che Dio esiste sulla base del concetto stesso di Essere divino, senza fare ricorso ad altre giustificazioni, a differenza di chi si appella alla realtà del mondo per affermare la necessaria presenza di un Ente supremo che ne sarebbe la causa (questa viene definita “prova cosmologica”, o a posteriori, proprio perché fa leva sull’esistenza del cosmo). L’anselmiano argomento ontologico suscitò immediatamente un serrato dibattito tra coloro che lo considerarono valido e coloro che, al contrario, lo rifiutarono. Per esempio, già in epoca medievale, san Tommaso lo respinse e san Bonaventura lo accettò. Ma ciò che colpisce in modo particolare è il fatto che la discussione su di esso si è molto prolungata nel tempo, impegnando vari filosofi di primaria grandezza. Della storia di questo secolare confronto Emanuela Scribano, professoressa emerita di Storia della filosofia dell’Università di Venezia, ha esaminato il periodo che va da René Descartes (1596-1650) a Immanuel Kant (1724-1804) e coincide con una fase importantissima della modernità. Scrive l’autrice: “Ho cercato di mostrare come la struttura dell’argomento a priori moderno, pienamente dispiegata nelle Meditazioni cartesiane, si impossessi in quella stesse pagine, anche dell’argomento cosmologico di origine tomista”.

 

Insomma, secondo Scribano, Descartes avrebbe fatto propria la prova ontologica di sant’Anselmo, ma rielaborandola fino al punto da inglobare in esso, per così dire, anche quella cosmologica. A mettere pienamente in luce il complesso intreccio dei due argomenti fu Immanuel Kant, il quale, come si legge nel libro, “si aggiudica il merito di aver ricostruito la logica dell’innesto dell’argomento ontologico nel corpo dell’argomento cosmologico”. Oltre alla posizione cartesiana e a quella kantiana, nel libro vengono proposte con chiarezza le tesi di Nicolas Malebranche, di Gottfried Wilhelm Leibniz, di David Hume e di altri filosofi che siamo abituati a considerare minori. Dall’attento lavoro di Scribano emerge un quadro esauriente di una questione che, se per un verso appartiene al mondo degli studi specialistici, per un altro tocca temi, qual è quello dell’esistenza di Dio, che riguardano assai da vicino tutti gli uomini. 
 

L'esistenza di Dio. Storia della prova ontologica da Descartes a Kant
Emanuela Scribano
Carrocci, 292 pp., 26 euro

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