Una fogliata di libri

Domani avremo altri nomi

Giorgia Mecca

La recensione del libro di Patricio Pron (Sur, 282 pp., 17,50 euro)

"Tutto questo aveva un nome ed era l’immenso desiderio di uscire da quella casa e di non tornarci più, non per Lui, che amava ormai in un modo semplice e un po’ inevitabile, ma per Lei, perché non poteva immaginare che le cose non sarebbero mai andate diversamente, che il tempo che rimaneva prima di invecchiare o morte, o di veder morire Lui, pensiero che la atterriva, sarebbe trascorso in quel modo abitudinario e mediocre, divorandoli”. Lei e Lui sono una giovane coppia che vive a Madrid, stanno insieme da cinque anni quando la donna decide di lasciarlo. Non è successo niente, non ci sono ragioni per una separazione, se non un dubbio che diventa un nodo alla gola, dolore fisico e non un semplice modo di dire: e se tutto questo, tornare a casa la sera, raccontarsi la propria giornata, preparare la cena, i film e la lavastoviglie, spegnere la luce della lampadina prima di augurarsi la buonanotte, rifare il letto la mattina; ecco se tutto questo, la ripetizione di gesti banali, fosse il massimo a cui un uomo e una donna che vivono insieme possano ambire? La felicità è davvero tutta qui?

 

Nei giorni dopo l’abbandono il tempo si interrompe, la loro esistenza si squarcia in due, senza nulla da ricordare se non un dolore sempre uguale e sempre confuso. “Non c’era progressione e non c’era sviluppo, non c’era passaggio da una fase a un’altra: solo una paralisi, una desolante distesa desertica di dolore che bisognava attraversare”. Lui subisce una scelta imposta da un’altra persona, a volte la odia, altre volte vorrebbe che Lei cambiasse idea, trascorre le sue giornate nell’appartamento diventato improvvisamente vuoto, solitario, pieno di spazi bianchi che chissà come sarebbe riuscito a riempire, un concetto metaforico ma anche letterale. “Se avesse potuto avrebbe tagliato a metà il letto, il tavolo, tutte le sedie, gli scaffali, i bicchieri, le piante. Doveva esserci un modo per separare anche i ricordi”. La vita procede per inerzia, con una prima persona plurale che ritorna a essere singolare. Domani avremo altri nomi, l’ultimo romanzo di Patricio Pron, tradotto da Francesca Lazzarato per la casa editrice Sur, è il racconto di una separazione allo specchio, ciò che succede quando per la prima volta ci si ritrova da soli a fare qualcosa che si era sempre fatto insieme.

 

Patricio Pron
Domani avremo altri nomi
(Sur, 282 pp., 17,50 euro)

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