Una Fogliata di libri

Niente a parte il sangue

Andrea Frateff-Gianni

La recensione del libro di Adil Bellafqih (Mondadori, 288 pp., 18 euro)

A parte che aprire un libro e trovarci in esergo una frase tratta da Blu quasi trasparente di Ryu Murakami è già un buon motivo per leggerlo, la scrittura di Adil Bellafqih merita attenzione. Nel 1996 alcuni giovani, sfrenati e rivoluzionari scrittori pubblicarono romanzi e racconti la cui crudezza sdegnò la cultura letteraria italiana di fine millennio. Li chiamarono Cannibali, perché né il termine noiristi né quello di orroristi avrebbe reso abbastanza l’idea della loro passione per l’efferatezza. Se fosse stato scritto all’epoca, Niente a parte il sangue sarebbe sicuramente stato inserito di diritto nella lista e Adil Bellafqih sarebbe stato salutato dalla critica come una delle rivelazioni letterarie del momento.

 

Purtroppo il 1996 appare lontano come fosse un’altra èra geologica e nel frattempo il panorama delle case editrici – indipendenti e non – presenti sulla scena si è parecchio appiattito. Ciononostante, Mondadori sceglie di pubblicare la storia scritta da questo giovane autore emiliano che se continuerà a mantenere un livello qualitativo così alto riguardo alla propria scrittura, sicuramente avrà di fronte a sé un futuro denso di soddisfazioni. Tornano alla mente, leggendo Niente a parte il sangue, i consigli che Pier Vittorio Tondelli dava ai giovani scrittori nel progetto Under 25: “Scrivete non di ogni cosa che volete, ma di quello che fate. Astenetevi dai giudizi sul mondo in generale, piuttosto raccontate storie che si possano riassumere oralmente in cinque minuti. Raccontate i vostri viaggi, le persone che avete incontrato all’estero, descrivete di chi vi siete innamorati. Raccontate di voi, dei vostri amici, delle vostre stanze, degli zaini, dell’università”.

 

Ed è esattamente quello che fa in questo romanzo Adil Bellafqih, narrando con lucidità implacabile – a tratti con vera furia – in un moto di odio e di rivolta, le gesta di Alì, un ragazzo qualunque, nato e cresciuto in un paesino della provincia emiliana. Un ragazzo italiano di seconda generazione (molto lontano dallo storytelling di plastica raccontato dalla serie tv “Zero”), che si troverà ad affrontare una vera e propria discesa agli inferi, ordita da un burattinaio ambiguo e fascinoso. Un viaggio sfigurato, al termine della notte, che lo porterà a legarsi una bomba al petto e a dirigersi in una piazza gremita di gente, cercando, fino all’ultimo secondo, anche una sola buona ragione per non premere il pulsante.

 

Niente a parte il sangue
Adil Bellafqih
Mondadori, 288 pp., 18 euro

 

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