Una fogliata di libri

Autobiografia spirituale

Maurizio Schoepflin

La recensione del libro di Nikolaj Berdjaev (Jaca Book, 396 pp., 38 euro)

Espulso nel 1922 dalla Russia comunista per espressa volontà di Lenin, Nikolaj Berdjaev, che era nato a Kiev nel 1874, trascorse un breve periodo di tempo a Berlino, per stabilirsi infine a Parigi, ove visse fino alla morte, che lo colse nel 1948. In realtà, inizialmente egli aveva aderito al marxismo, ma se ne era poi allontanato, approfondendo nel contempo il messaggio cristiano, che diventerà il cuore pulsante della sua vicenda umana e intellettuale. A informarci della sua ricca e profonda evoluzione culturale e spirituale è lui stesso, che nel 1940 porta a conclusione la prima stesura della propria Autobiografia spirituale, che subirà pochissimi ritocchi e verrà pubblicata postuma nel 1949. Considerata da molti il capolavoro di Berdjaev, l’opera, come si legge in questa bella edizione curata da Adriano Dell’Asta, “resta il suo testamento spirituale per la chiarezza con la quale, ripercorrendo la propria storia personale e quella di un mondo devastato da guerre e rivoluzioni, riscopre la centralità della persona creata da Dio e definita dal rapporto con un Dio che vuole la sua creatura come essere libero e creatore”.

 

Animo sensibile e tormentato, Berdjaev elaborò una filosofia che può essere definita un personalismo esistenziale cristiano, caratterizzato dalla sottolineatura di alcuni elementi forti, quali l’irriducibile singolarità e la rischiosa libertà che definiscono la condizione umana. Non v’è dubbio che l’Autobiografia dimostra che il pensatore russo sperimentò tale condizione in prima persona e altrettanto certamente essa testimonia che l’approdo alla fede in Cristo rappresentò l’evento cardine dell’intero cammino interiore di un uomo che non esitò a riconoscere che soltanto Gesù di Nazaret è in grado di sciogliere l’enigma del vivere. Di questo percorso è opportuno ricordare la decisa curvatura escatologica: dinanzi alla tragicità del mondo e della storia, dinanzi alla catastrofe che avverte come imminente, Berdjaev si appiglia all’annuncio dei cieli nuovi e della nuova terra e scrive: “Ho sempre costruito la mia filosofia come se fossimo alle soglie della fine del mondo e non ci fosse la prospettiva temporale”. Il suggello più autentico all’Autobiografia berdjaeviana lo appongono le seguenti parole della moglie Lidija: “Ripensando ai trent’anni che ho passato con Nikolaj, adesso mi rendo conto dell’enorme fortuna che mi è toccata in sorte… In tutti questi anni non ricordo da parte sua nulla che mi abbia amareggiato, offeso, causato dolore”. 

 

Nikolaj Berdjaev
Autobiografia spirituale
Jaca Book, 396 pp., 38 euro

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