La sapienza segreta delle api

Simonetta Sciandivasci

Il libro di Pamela L. Travers, liberilibri, 276 pp., 18 euro

Delle mille mila cose che Pamela Lyndon Travers ha tenuto in mente e messo in conto scrivendo Mary Poppins, ce ne sono un paio che servono a fare bene i giornali, i libri, le educazioni sentimentali. La prima: l’inferno è amico delle storie (così ha scritto Jonathan Gottschall in The Storytelling Animal), ragione per cui quando Travers vide quello che Disney aveva fatto al suo romanzo, pianse, maledicendosi per averglielo permesso. Ci aveva messo più di vent’anni a farsi convincere a cedere i diritti del romanzo, senza mai fidarsi davvero, rimanendo scettica e litigando e divergendo con Disney su tutto; lui chiamava lei Pam e lei Mr Disney lui, convinta com’era che chiamare qualcuno che non si conosceva con il nome proprio provocasse un incantesimo. Per lei le fiabe dovevano essere un incontro con le ombre, un modo di guardare il terrore negli occhi, mentre per lui erano una prova di come in tutto esiste una possibilità di vincere il male, rimuoverlo ed essere felici. Lui lavorava per i bambini, per fare di oro degli ottimisti battaglieri; lei per gli esseri umani, per non fare di loro niente, ma mostrare loro tutto, o almeno il più possibile. Per questo, si serviva di tanti saperi, specie quelli esoterici (dei giornalisti che accettava di incontrare provvedeva sempre prima a conoscere il quadro astrale), del folklore, della mitologia (il mito era per lei “la più autentica verità”), della poesia – questo libro raccoglie molte pagine in cui Travers racconta come li usava.

 

La seconda cosa dalla quale non smise di farsi guidare era ciò che racconta di aver imparato frequentando Yeats, che non le diede mai lezioni, ma lasciò che fosse lei a trarre degli insegnamenti: un modo, questo, che lei scrisse averle rivelato il segreto della scrittura, che starebbe nel “dire meno di quanto si ha bisogno di dire” – in un breve saggio qui inserito, Travers scrive: “Il mio istinto è sempre lavorare per sottrazione, mai per addizione”.

 

La “mamma di MP” bevve molto, morì anziana, non parò mai in pubblico dei suoi libri e la ragione è la stessa per la quale fu sempre (ed è ancora) “quella di Mary Poppins”: fu il suo personaggio a trovare lei, non viceversa. Scrivere, per questa ragazza irlandese cresciuta in Australia nei primi del Novecento, significò obbedire a una rivelazione della quale non fu mai padrona, ma soltanto mediatrice – è una figura di mediazione la stessa Mary Poppins, che arriva dall’est e scompare poi nell’ovest, per attraversare insieme a dei bambini la parte più dolorosa della loro vita, quella in cui sperimentano che è possibile perdere chi si ama. Travers si fidava più delle api che delle parole. Le api conoscono tutto ed è doveroso parlarci: lei lo fece tutta la vita, in questo libro scoprirete come, perché, e con quanta intelligenza e tenacia, senza mai smettere di pensare che “la natura, se è natura fino in fondo, cela in sé il soprannaturale”. Uno dei compiti che si diede fu il disvelamento della presenza del mistero, che in Mary Poppins c’è tutto, e lo si capisce leggendo questa raccolta, che in Italia arriva ora per la prima volta. Fiondatevici.  

 


 

Pamela L. Travers
La sapienza segreta delle api
liberilibri, 276 pp., 18 euro

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